Siamo in tempi di guerra, salvare il Sistema sanitario nazionale

Monito di Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto superiore della Sanità: “troppo impoverimento, diseguaglianze e persone che non si possono curare perché senza lavoro”

Sanità cure mediche
Foto LaPresse - Claudio Furlan

ROMA – L’ha definita un’epoca di guerra quella della nostra Sanità pubblica il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, nella sua relazione al congresso della Società italiana di pediatria. Impoverimento, diseguaglianze, milioni di persone senza lavoro, che non si possono curare, che devono pagare farmaci costosissimi. Una guerra diversa, ma nella quale è prioritario “salvare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, un sistema universalistico e ancora uno dei pochi”. Una similitudine che fa capire in maniera esplicita la situazione della Sanità Pubblica nel nostro Paese. E aggiunge: i “migliori anni della nostra vita”, per spiegare che “è una citazione da un bellissimo discorso che Winston Churchill fece quando l’Inghilterra era minacciata dalla Germania nazista. Era un’epoca di guerra, combattuta con i cannoni e la polvere da sparo”.

La guerra commerciale

“Oggi è un’analoga epoca di guerra, una guerra combattuta in maniera diversa, commerciale, una guerra in cui i feriti sono quelli che perdono il posto di lavoro, che non si possono curare, che devono pagare i farmaci costosissimi. Se non capiamo che siamo in un’epoca di guerra, non capiamo dove dobbiamo portare la sanità del futuro”.

La critica a Trump

Ricciardi ha poi citato la nuova legge sull’immigrazione clandestina di Trump: “soltanto in questa settimana – ha detto – ha separato 2mila bambini dai genitori” e per quanto riguarda l’Italia ha ricordato “già i dati finanziari dell’ultimo decennio sono quelli tipici di un’epoca di guerra, perché nella Seconda Guerra Mondiale perdemmo il 7,5% del prodotto interno lordo. Con questa crisi economica abbiamo perso il 10%. Ci dobbiamo attrezzare perché nessuno ci regalerà niente in quest’epoca geopolitica così complessa”.

Salvare il Ssn

“Quello che possiamo fare – ha aggiunto – è salvare il nostro Ssn. Dal punto di vista pratico molti cittadini, soprattutto al Sud, non accedono più a servizi essenziali. Sono costretti a muoversi o a rinunciare ai servizi o a pagarseli di tasca propria. Questo è quello su cui dobbiamo lavorare”.

Abbattere i tempi di attesa

Ricciardi, poi, spende parole positive anche per la circolare inviata dal ministro della Salute Giulia Grillo alle Regioni e Province autonome per ricevere le informazioni necessarie per mettere a punto il progetto di un piano nazionale per abbattere i tempi delle liste di attesa. “Ha fatto benissimo – ha sottolineato – perché quello delle liste di attesa è uno dei problemi più sentiti dai cittadini e uno dei problemi su cui chiaramente la principale responsabilità decisionale è delle regioni. Ci sono delle regioni che hanno fatto dei passi da gigante; l’Emilia Romagna di fatto ha quasi azzerato le liste d’attesa. La quasi totalità dei cittadini ha delle prestazioni nei tempi. Ci sono delle altre che invece non hanno nemmeno attivato questo tipo di procedura”.

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