MILANO – Sul blocco degli sfratti “non è in gioco l’interesse di una categoria, ma la tenuta sociale del paese che sta uscendo faticosamente dalla crisi economica e sociale provocata dalla pandemia”. Lo ha detto a LaPresse Nino Falotico, segretario generale di Sicet Cisl, sindacato inquilini casa e territorio. “Anche il Decreto Sostegni bis – ha proseguito – si è dimostrato largamente insufficiente. Servono misure urgenti per affrontare l’immediato: garanzie e sostegni agli sfrattati che devono trovare una nuova abitazione; ulteriori risorse al fondo di sostegno all’affitto e al fondo per la morosità incolpevole; incentivi alla rinegoziazione dei canoni e ristori ai proprietari che subiscono il ritardo nei canoni”.
“Si può inoltre chiedere in questa fase straordinaria alla grande proprietà immobiliare di contribuire alla ripresa economica e alla tenuta sociale del paese? Secondo noi sì e ci fa piacere che su questa linea si sia attestata anche la ministra Cartabia. Poi c’è da fare un grande lavoro in prospettiva. Se il Pnrr può essere considerato un nuovo Piano Mashall, noi diciamo che per superare in modo strutturale la crisi abitativa serve un nuovo Piano Fanfani per incrementare la dotazione pubblica di alloggi a basso canone”, ha sottolineato.
“Bisogna partire dal fatto che oltre il 40 per cento delle famiglie povere vive in affitto e che per le famiglie che vivono in povertà la spesa per l’affitto rappresenta oltre il 36 per cento della spesa familiare. Questi numeri ci dicono che il mercato privato da solo non basta e che serve un intervento pubblico diretto, con la costruzione di nuovi alloggi, e indiretto per incentivare i contratti a canone concordato. Il nostro auspicio è che su questi obiettivi si possa presto aprire un confronto concreto con il governo che vada oltre l’analisi dei problemi e affronti subito il nodo delle soluzioni di prospettiva”, ha concluso Falotico.
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