TEVEROLA – Non solo droga e pizzo. Alcuni dei soggetti che avrebbero orbitato intorno al boss Aldo Picca e a Nicola Di Martino, entrambi teverolesi, si dedicavano anche al business delle sigarette rubate.
A raccontarlo è stato Francesco De Chiara, che da marzo ha intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia. Rispondendo alle domande del pm Simona Belluccio su Michele Vinciguerra, ha riferito che quest’ultimo acquistava sigarette rubate all’interno di alcune tabaccherie dagli albanesi e le consegnava al titolare del bar El Pampero’s, Luigi Marchese. Si sarebbe trattato di forniture consistenti, che avvenivano circa un paio di volte a settimana, per quantitativi – ha evidenziato il neopentito – tra i 400 e i mille pacchetti di sigarette, a seconda di quanto gli albanesi avevano portato.
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Michele Vinciguerra, 46enne di Aversa, è stato coinvolto nell’indagine della Dda che lo scorso settembre ha fatto scattare 42 misure cautelari. Vinciguerra, stando alla tesi dell’Antimafia, proprio insieme a De Chiara, avrebbe fatto parte della cosca diretta da Picca e Di Martino, dedicandosi alle estorsioni e allo spaccio di droga, parte del cui ricavato sarebbe stato versato proprio a Picca.
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Luigi Marchese, indagato a piede libero, è considerato estraneo alla cosca, ma risponde del reato di riciclaggio. Avrebbe permesso a Vinciguerra di investire denaro nella società Malù Caffè e in El Pampero’s, con cui avevano acquistato un bar-tavola calda e una sala giochi.
I verbali di interrogatorio resi da Francesco De Chiara, 47enne di Aversa, sono stati depositati nel corso dell’udienza preliminare che stanno affrontando, tra gli altri, Vinciguerra e Marchese, rispettivamente difesi dagli avvocati Carmine D’Aniello e Marco Trasacco. De Chiara e Picca (rappresentato dal legale Vincenzo Motti), invece, sono tra gli imputati raggiunti da un decreto di giudizio immediato.
Gli imputati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.
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