ROMA – La piazza è affollata il giusto, con un messaggio comune al Governo: cambi rotta e ci ascolti. Sei anni dopo l’ultima manifestazione unitaria, Cgil, Cisl e Uil ritrovano coesione nella grande mobilitazione di Piazza San Giovanni e puntano il dito contro la manovra gialloverde.
Il motivo? Mancano gli investimenti, il reddito di cittadinanza così pensato non va bene e serve sbloccare subito le grandi opere per aiutare la ripresa dell’occupazione.
Il corteo parte dopo le 9 da Piazza della Repubblica e si snoda lento fino alla piazza storica del Primo maggio, dove alcuni parlano di quasi 500mila persone. Ci sono bandiere di tutte le parti sociali, aria di festa e nessuna tensione. Ma soprattutto c’è voglia di ascoltare la prima di Maurizio Landini, eletto a fine gennaio segretario generale Cgil.
Ci sono bandiere di tutte le parti sociali, aria di festa e nessuna tensione. Ma soprattutto c’è voglia di ascoltare la prima di Maurizio Landini, eletto a fine gennaio segretario generale Cgil.
“A chi governa questo Paese e va a incontrare chi protesta in altri Paesi diciamo che se hanno un briciolo di intelligenza ascoltino questa piazza e aprano il confronto: noi siamo il cambiamento“, è l’affondo deciso diretto all’esecutivo. Palazzo Chigi farebbe un “grave errore” a non ascoltare questa piazza, spiega l’ex leader Fiom, perché serve una trattativa vera dove si affrontino “investimenti, una vera riforma fiscale, investimenti sull’istruzione e sulla scuola”.
E forse, replicando a chi come il vicepremier Matteo Salvini accusa i sindacati di essere stati “muti quando veniva approvata la Fornero, Landini ringhia con garbo: “Serve una nuova idea di sviluppo, “dobbiamo unire tutti i sindacati e osare in questa fase“.
Fase che non deve essere contraddistinta da rancore e odio, ma da “solidarietà e giustizia”. Sociale soprattutto, perché per Landini non è giusto assumere 6mila navigator a termine per collocare altri precari. “E’ un capolavoro di intelligenza“, ironizza.
Cgil-Cisl-Uil vogliono risposte e finché non le avranno, è il leitmotiv, andranno avanti senza fermarsi
Dalla Cisl Annamaria Furlan evidenzia come l’unica cosa che cresce in Italia sia lo spread; per questo motivo sferza anche lei il governo, perché “esca dalla realtà virtuale e si cali nel mondo reale, del lavoro”.
A chiudere il maxi comizio ci pensa Carmelo Barbagallo, sorridente e carico davanti al pubblico di San Giovanni. Il suo è un grido d’allarme sulle grandi opere “da far partire visto che il Paese che si sta sbriciolando. Non serve un cambiamento in negativo”.
Il leader Uil sembra guardare negli occhi Giuseppe Conte
“Mandateci una foto e provate a contarci. Non siamo opposizione politica, siamo il sindacato con una piattaforma. Chiediamo che si siedano al tavolo di trattativa, i tavoli si devono fare“.
Ascoltano le parole dal palco i rappresentanti degli industriali
Qualche faccia di Leu (l’ex presidente della Camera Laura Boldrini), e i candidati alla segreteria del Pd Maurizio Martina e Nicola Zingaretti, che denuncia “una mancanza di prospettiva economica che infatti sta mettendo in mezzo alla strada una parte di questo Paese”.
I sindacati intanto hanno messo il loro Sos nella bottiglia: resta da vedere se chi governa vorrà accogliere l’appello della piazza.
(AWE/LaPresse)