ROMA – Sindacati all’attacco del governo: Cgil, Cisl e Uil chiedono che ci sia più attenzione sulla crescita e sul lavoro: “Le risposte previste dalla manovra – dicono – non sono sufficienti”. Questo il monito lanciato, e visto che la prossima legge di bilancio è “ancora un libro bianco c’è la possibilità e la necessità di cambiare rotta”.
Il pressing
I sindacati lavorano sul governo, in vista del tavolo convocato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Un tavolo guidato dai due vicepremier, al quale nell’arco di tre giorni, a cominciare da oggi, si alterneranno associazioni, imprese e sindacati
Gli incontri
Nella giornata di oggi il vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, incontrerà al Viminale le 12 associazioni imprenditoriali che lunedì scorso avevano protestato a Torino per il sì alla Tav e contro la manovra, a partire da Confindustria con il presidente Vincenzo Boccia.
Crescita e lavoro
Le due parole chiave al centro del dialogo tra governo e sindacati secondo i quali le risposte contenute nella manovra “non sono sufficienti”. I sindacati, dunque, provano ad andare in pressing sull’esecutivo in vista del tavolo convocato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Da oggi a Palazzo Chigi ci sarà un tavolo al quale, nell’arco di tre giorni, se ne aggiungono altri due, con le imprese, guidati invece dai due vicepremier, Salvini e Di Maio che provano dunque a fare pace con le imprese. Boccia protagonista negli ultimi giorni di un duro botta e risposta racchiuso in una frase che di certo non lascia spazio a interpretazioni “il 100% di Confindustria è contro questa manovra”.
Martedì 11 toccherà alle piccole e medie imprese con il tavolo permanente avviato dall’altro vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Nella stessa giornata, sempre al Mise, il tavolo sull’auto.
Barbagallo: meglio tardi che mai
“L’incontro arriva, meglio tardi che mai – commenta il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo –. Spero che ascoltino le nostre proposte e accolgano le nostre rivendicazioni per il bene dei lavoratori, dei pensionati e del Paese. La nostra priorità è far crescere il Paese. Se il governo vuole farsi aiutare, siamo disponibili a dare il nostro contributo – rimarca il leader della Uil –. Sviluppo e lavoro sono due chiavi essenziali, ma purtroppo non si prevedono risposte sufficienti a contrastare le disuguaglianze sociali e territoriali, la disoccupazione, in particolare giovanile e femminile, a recuperare gli investimenti perduti”.