Di Valentina Innocente
Milano, 19 mar. (LaPresse) – Un delitto d’impeto per gelosia. Gli inquirenti non hanno dubbi: a spingere Paolo Cugno, 27 anni, a pugnalare a morte la compagna, la ventenne Laura Petrolito, sarebbe stata l’ennesima discussione. “L’uccisione è avvenuta nell’ambito di un rapporto travagliato”. Un rapporto contrassegnato da tempo da litigi e “da un tasso di gelosia elevato”, come ha spiegato il procuratore di Siracusa Francesco Paolo Giordano è probabile “che non ci fosse premeditazione, è stato un classico delitto d’impeto, anzi potremmo parlare di un caso di violenza progressiva, di una progressione della violenza”.
Teatro del delitto un appezzamento di terreno in contrada Tradituso, tra Noto e Canicattini Bagni, nel siracusano, di proprietà di Cugno, dove la coppia sabato sera si era recata per dare da mangiare agli animali. La morte della ragazza risalirebbe intorno alle 22.
L’omicida ha confessato ieri a tarda sera, dopo una lunga giornata di interrogatori. Cugno è adesso in stato di fermo con l’accusa di omicidio aggravato. Nessun segno di pentimento è stato visto nel 27enne, che dopo aver ucciso la compagna ha cercato di nasconderne il corpo in un pozzo. “Ha confessato con lentezza e titubanza – racconta il sostituto procuratore Marco Dragonetti, che ha diretto le indagini dei carabinieri – Difficile rimanere impassibili in un momento simile. Poi ha reso una descrizione dettagliata dei momenti prima dell’omicidio”.
Dalla ricostruzione, sabato alle 19 la giovane coppia ha lasciato il bimbo di otto mesi al nonno materno per fare una passeggiata in paese (Laura aveva anche un primo figlio avuto a 16 anni). Poco dopo le 21, il papà di Laura ha cercato di chiamarla perché il piccolo aveva fame trovando però il telefono spento: dato che non riusciva nemmeno a mettersi in contatto con Paolo l’uomo ha chiesto aiuto alla famiglia di lui. Entrambi i genitori dei ragazzi dopo le 22 si sono recati in caserma allarmati dal silenzio, facendo così scattare le ricerche che si sono protratte fino alle 5 del mattino tra le vie del paese e in periferia. I carabinieri hanno setacciato le zone a ridosso di Canicattini senza trovare alcun segno dei due: scomparsa anche la macchina guidata dal giovane. Alle 7 di domenica mattina quando il papà di Paolo, coltivatore diretto, si è recato in campagna ha incontrato il figlio in una stradina di contrada Tradituso: insieme si sono recati in caserma dai carabinieri. I militari hanno dunque ripreso le ricerche nella zona notando la presenza di un pozzo con il coperchio manomesso dove, poco dopo, è stato ritrovato il corpo di Laura.