WASHINGTON – L’attacco della Turchia in Siria ha scatenato la reazione dei maggiori leader mondiali. E tra gli interventi più attesi c’era quello di Trump. Le parole del tycoon non sono tardate ad arrivare: “Seguo la situazione da vicino. E se non agirà secondo le regole la Turchia – ha dichiarato il presidente Usa – sarà colpita molto duramente finanziariamente e con delle sanzioni”. La mossa di Erdogan nella zona nord della Siria contro i Curdi non è piaciuta al’inquilino della Casa Bianca.
Secondo la Russia, invece, la situazione è il risultato delle azioni degli Stati Uniti in quella zona e oggi il ministro degli Esteri ha dichiarato che proveranno a lavorare per favorire un dialogo tra Damasco ed Ankara.
L’offensiva turca
Erdogan, ‘il sultano’, ha informato i media di aver ucciso “almeno 109 terroristi” e intanto minaccia l’Unione Europea: “Se ostacoleranno l’operazione militare, Ankara aprirà le porte a 3,6 milioni di rifugiati, mandandoli in Europa”.
“Le forze militari turche – ha aggiunto il ministro della Difesa – hanno colpito finora 181 postazioni appartenenti alle organizzazioni terroristiche nel nordest della Siria come parte dell’Operazione Fonte di pace scattata oggi contro i curdi”.
Oggi sono continuati i raid e, secondo i media, almeno due civili sono rimasti uccisi nella provincia di Sanliufra, un territorio di confine tra Siria e Turchia.
La Turchia, hanno reso noto le ‘Forze democratiche siriane’, ha effettuato un’attacco a una prigione in cui sono detenuti dei miliziani dell’Isis. La motivazione secondo le fonti sarebbe quella di “favorire” la fuga dei jihadisti.
Stamattina il Leader turco Erdogan ha aperto un inchiesta per “propaganda terroristica” nei confronti dei co-leader del partito filo-curdo Hdp, terza forza del Parlamento turco, i deputati Sezai Temelli e Pervin Bulda più aòtri 78 indagati. Mentre c’è la guerra in Siria, è cominciata la repressione interna verso chi è ostile all’attacco.
Umberto Caiazzo