Smantellato traffico di droga dall’Albania in Costa Smeralda: 6 arresti

Tra gli obiettivi, la movida della Costa Smeralda e i principali locali pubblici

MILANO – Smantellato traffico di droga dall’Albania in Costa Smeralda: 6 arresti. Smantellato dai carabinieri un traffico di droga dall’Albania alla Sardegna. Tra gli obiettivi, la movida della Costa Smeralda e i principali locali pubblici oltre che i ragazzi, tra cui gli studenti, del nord dell’isola. In totale, 17 arresti. Sei le persone finite in manette con l’ordinanza eseguita alle prime luci dell’alba, che si aggiungono alle nove già arrestate in altre fasi investigative. Altri due, invece, sono ricercati e potrebbero essere fuggiti all’estero. Sequestrati nel complesso 10 chili di cocaina, eroina e marijuana. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

Indagine coordinata dalla Dda di Cagliari

L’indagine, denominata ‘Seaway’, coordinata dalla Dda di Cagliari, è partita a fine ottobre 2016. Dopo un’attività di analisi sullo spaccio nella piazza di Olbia e, in particolare, nella Costa Smeralda. I militari hanno iniziato ad osservare alcune persone di nazionalità albanese e italiana. Che, alla luce dei loro trascorsi penali, facevano presumere che stessero trafficando stupefacenti. L’attività, secondo gli inquirenti, si è subito sviluppata con dei “primi importanti riscontri sul campo” grazie all’osservazione e al pedinamento. Che ha permesso di scoprire due albanesi in possesso di un chilo di cocaina purissima, motivo per cui il 30 dicembre 2016 sono stati arrestati.

Un punto di svolta che ha portato le indagini sulla ‘strada del mare’, da cui prende il nome l’operazione. Perché l’organizzazione criminale sfruttava i trasporti marittimi per muovere la droga. I carabinieri del provinciale di Sassari, in collaborazioni con i colleghi di Ferrara, del 10° Nucleo elicotteri di Venafiorita e allo Squadrone eliportato ‘Cacciatori’ Sardegna, hanno così ricostruito il profilo di un’organizzazione che importava cocaina mediante corrieri italiani e stranieri.

Le indagini partite da un arresto di un 25enne

Nel corso delle indagini, a febbraio 2017, è stato arrestato un 25enne per la detenzione di circa 2,5 chili di marijuana. Poi risultati essere un pagamento di una partita di cocaina. Da qui ha preso il la un ulteriore intreccio investigativo, che ha consentito di arrestare altre quattro italiani, con un chilo di cocaina purissima.

Il lavoro dei carabinieri si è poi concentrato sul traffico e spaccio di cocaina. Individuando in alcuni noti pregiudicati locali e della provincia di Cagliari il canale Sardegna-Albania che si era consolidato con delle basi logistiche localizzate nel Lazio, in Lombardia e in Emilia Romagna. Da qui i corrieri raggiungevano l’isola a bordo di traghetti passeggeri dai porti di Livorno e Civitavecchia.

Vendita di ‘cocaina nera’

Anche con la collaborazione della Direzione centrale dei servizi antidroga del ministero dell’Interno, è stato possibile identificare l’intera organizzazione, a partire dal presunto capo, un albanese, residente all’estero e noto narcotrafficante ricercato già da altre forze di polizia. L’attività investigativa e, ad agosto 2017, i militari hanno arrestato un giovane di Olbia, accusato di aver importato due chili della pericolosissima cocaina ‘nera’. Confezionata mediante l’uso di particolari sostanze chimiche che ne modificano il colore, rendendo la sostanza non più di colore bianco brillante o rosa, ma marrone scuro (da qui il nome ‘cocaina nera’), questa droga viene resa non individuabile dalle unità cinofile ed è “altamente pericolosa per chi ne fa uso”.

E non solo. La morsa degli inquirenti si è stretta ancora intorno ad un albanese, già residente a Olbia, considerato promotore dell’organizzazione, tratto in arresto, perché aveva 1,5 kg di cocaina purissima e 1,5 kg di eroina, quest’ultima molto richiesta nella piazza di Sassari, e spacciata da un uomo del Senegal, anche lui ritenuto parte integrante della banda smantellata.

(Luca Rossi – LaPresse)

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