Soccavo, i Sorianiello sul piede di guerra Sequestrata una pistola

Il blitz della polizia in un garage in via Tevere, considerata un avamposto: qui abitano i colonnelli della ‘paranza’. L’arma era pronta all’uso

NAPOLI – Alta tensione a Soccavo. Si muovono i ‘colonnelli’ del clan Sorianiello del rione della ‘99. Ma stavolta non in via Catone (considerata la roccaforte). Via Tevere è un avamposto della cosca, che potrebbe essere entrata in conflitto con altre paranze locali. Il gruppo dei Sorianiello è da sempre monitorato dalla Procura. Alleato degli Iadonisi e in rotta di collisione per anni con i Tommaselli. Non solo. Alla ’99 ci sono ci sono pure i Mazzaccaro, imparentati con i Sorianiello.
Proprio in via Tevere è scattato l’ultimo blitz della polizia: in una palazzina ha sequestrato una pistola pronta all’uso. Nascosta in un garage: in un foro a scomparsa, dietro a un mattone nel muro perimetrale. Dal box non si vede nulla. Quasi impossibile scoprire il vano, ma non per i ‘segugi’ della squadra investigativa del commissariato San Paolo. Di più. Hanno trovato dodici cartucce. Segno che qualcuno era pronto a usarla. Poi le verifiche della Scientifica: è una Beretta modello 90, calibro 9×21. Dalle banche dati risulta rapinata a una guardia giurata. E anche questo è un aspetto al vaglio delle forze dell’ordine. Una semiautomatica ‘pulita’: nel senso che non ha proprietario, né storia, dunque nessuna traccia per gli inquirenti (se non le impronte che gli agenti rileveranno sul manico). In questa direzione proseguono gli accertamenti.
La Beretta era stata oleata da poco.
Gli investigatori hanno lavorato con riscontri e pedinamenti. Da giorni effettuano servizi in borghese in via Tevere. Le palazzine popolari sono sorvegliate dalle pattuglie.
La Procura segue la pista di una azione di fuoco imminente. E non esclude nessuna ipotesi.
Il blitz è scattato nel tardo pomeriggio di giovedì. Il resto lo faranno le indagini della Investigativa del commissariato. Per ora è scattata una denuncia a carico di ignoti.
La svolta potrebbe arrivare a breve, dopo aver esaminato le impronte sull’arma. Adesso la Procura ha puntato i riflettori sulle palazzine della ’99. Dove sono di stanza fedelissimi dei Sorianiello: una sorta di feudo in cemento armato, dove anche le forze dell’ordine hanno difficoltà a penetrare in profondità.
Qui lo scontro più cruento c’è stato dopo una frattura violenta tra i Sorianiello della 99 in via Catone e il gruppo Tommaselli. Poi una lunga scia di sangue. Le forze dell’ordine hanno provato in tutti i modi a tamponare l’emorragia criminale, con operazioni ad Alto impatto. Ma i clan sono andati avanti per mesi. Lo ha raccontato più tardi il pentito Pasquale Pesce, che ha svelato i retroscena.
I Sorianiello si sono distaccati dai Vigilia, non senza turbolenze. Come accade spesso nelle scissioni.
Il sistema Rione Traiano ha anche buone aderenze nel quartiere di Bagnoli. Gli inquirenti esaminano la mappa e ogni scenario possibile, per capire cosa stia accadendo a Soccavo.
Lo scenario è da sempre frammentato e questo crea fibrillazioni continue e terremoti, che spesso nascono da futili liti in strada. A Soccavo ci sono grosse piazze di spaccio, che spesso riforniscono pure i pusher in altre zone. Non è un caso se a settembre i carabinieri abbiano scoperto qui un sofisticato sistema a calamita per nascondere gli stupefacenti.
Una operazione antidroga in via Marco Aurelio.
Più volte un uomo era stato visto percorrere lo stesso tratto di strada: il suo punto di partenza era un bidone dell’immondizia.
Quando i militari lo hanno bloccato, non ha fatto in tempo a scappare e a buttar via la droga. Sotto ad un bidone, nascosti in un contenitore calamitato 11 grammi di cocaina e 85 euro, banconote ritenute provento di spaccio.
Nello stesso luogo anche un foglietto sul quale era riportato il bilancio delle vendite di quel giorno. Nomi e cifre che saranno utili per ricostruire le relazioni ‘commerciali’.

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