Condanna irrevocabile per Giovanni Pizzicato, 62enne uomo d’affari partenopeo, mentre per Mario Di Lucia, 63enne di Caserta, e Generoso De Santis, 45enne di Lusciano, rispettivamente assistiti dai legali Giuseppe Stellato e Felice Belluomo, la sentenza che avevano incassato è stata annullata con rinvio al Tribunale di Napoli limitatamente alla riformulazione delle pene accessorie (restano i 4 anni e mezzo ricevuti a seguito del patteggiamento). È quanto ha deciso la sesta sezione della Cassazione.
Il verdetto emesso dal palazzo di giustizia partenopeo lo scorso gennaio è diventato definitiva per Pizzicato in quanto ha rinunciato al ricorso che aveva presentato alla Suprema corte.
Accolto, invece, il ricorso di Di Lucia: la sua difesa aveva sostenuto che ci fosse un difetto di motivazione nell’applicazione delle pene accessorie, trovando concorde la Cassazione. Tuttavia, l’aspetto riguardante la presunta erronea qualificazione della condotta contestatagli non è stato accolto, in quanto, ha chiarito la Suprema corte, la sentenza impugnata è stata determinata da un concordato raggiunto tra le parti.
Per quanto riguarda la posizione di De Santis, gli ‘Ermellini’ hanno dichiarato non accoglibile la parte del ricorso riguardante “il difetto di motivazione sull’esistenza delle condizioni per un proscioglimento immediato dalle diverse imputazioni mossegli” perché, così come per Di Lucia, la sentenza è frutto di un concordato. Tuttavia, è stato deciso che bisognerà riesaminare il verdetto in relazione alle pene accessorie.
A trascinare i tre imputati a giudizio è stata un’ampia indagine, coordinata dalla Procura di Napoli, che complessivamente aveva portato a 13 misure cautelari tese a tracciare reati finanziari e di evasione fiscale.
De Santis e Di Lucia, stando alla tesi degli inquirenti, incassavano utilità da un gruppo di imprenditori che avrebbero evaso il fisco. Secondo l’accusa, in cambio dei ‘regali’ che percepivano, sfruttando il loro ruolo di militari delle fiamme gialle, avvisavano gli uomini d’affari di possibili controlli.
I due finanzieri sarebbero stati a libro paga di Pizzicato, dal quale avrebbero ricevuto soldi per le soffiate sui possibili controlli.
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