MOGADISCIO – Due potenti esplosioni si sono verificate davanti alla sede del Ministero degli Interni di Mogadiscio, in Somalia. Secondo le fonti di polizia ci sarebbero almeno nove morti e dieci feriti. Il bilancio è tuttavia provvisorio e l’attacco sarebbe ancora in corso. Il gruppo estremista islamico al Shabab, legato ad Al-Qaeda, ne ha rivendicato la responsabilità.
L’attacco iniziato di mattina
Secondo quanto trapela, l’attacco sarebbe partito questa mattina. Un’autobomba sarebbe infatti esplodesa davanti all’ingresso del ministero dell’Interno, che si trova in prossimità della sede del Parlamento e dell’ufficio presidenziale. L’attacco è ancora in corso e nella zona sono stati uditi diversi colpi d’arma da fuoco, mentre diversi uomini armati avrebbero tentato di fare irruzione nelle vicine sedi istituzionali. L’emittente Sn sostiene che un commando sarebbe riuscito a penetrare nella sede del Ministero e che è attualmente in corso un’operazione delle forze di sicurezza.
Anche una seconda esplosione
Una seconda esplosione si è invece verificata all’esterno del’hotel Sayidka, situato di fronte al luogo del primo attacco. Lo rivela un ufficiale della polizia a Reuters. Mentre un altro testimone, citato dalla stessa agenzia di stampa, ha affermato di aver visto una grande colonna di fumo alzarsi dal luogo dell’attacco. Secondo alcuni testimoni tra le vittime ci sarebbero anche un giornalista, un funzionario del ministero e diversi.
Il precedente dello scorso ottobre
Lo scorso 14 ottobre la capitale somala pianse oltre 240 vittime in quello che tutt’oggi resta l’attentato più grave dello stato africano. Due camion-bomba esplosero davanti al Safari Hotel, vicino al Ministero degli Esteri. Più di 300 furono i feriti. La maggior parte delle vittime erano in quel caso venditori ambulanti. Morti anche 4 volontari della Mezzaluna rossa somala. Molti dei feriti hanno riportato ustioni talmente gravi da essere irriconoscibili. Il governo somalo attribuì la strage al gruppo estremista di al-Shaabab definendola “un disastro nazionale” ma i fondamentalisti non hanno ancora rivendicato.