ROMA (LaPresse) – Incassata la vittoria sul decreto sicurezza, Matteo Salvini si lancia in un’altra crociata, questa volta contro lo spaccio. Alcune anticipazioni le aveva date già nei giorni scorsi, nei numerosi interventi in tv. Ma lo ha voluto precisare ai cronisti davanti a Montecitorio.
La linea dura di Salvini contro gli spacciatori
“Sto preparando un disegno di legge come senatore per inasprire le pene per gli spacciatori”, ha annunciato, criticando il lavoro dei governi precedenti. “Prima si permetteva a chi spacciava di entrare e uscire dalle questure senza andare in galera – ha attaccato – Per me gli spacciatori sono come gli assassini, abbiamo fatto tanto e faremo di più”.
Il caso Desirée
Contro lo spaccio Salvini si era già espresso duramente nei giorni successivi alla morte di Desirée Mariottini nello stabile occupato di San Lorenzo a Roma. “Al di là dello sgombero di palazzi occupati abusivamente, a me piacerebbe rivedere anche le normative che riguardano lo spaccio – aveva detto il vicepremier, specificando che: “Non è mia sola esclusiva competenza ma ci ragionavamo con qualche altro ministro. E’ un tema su cui lavorare”. Salvini ha poi preso l’impegno “da milanese” di intervenire anche nel bosco dello spaccio di Rogoredo.
Il progetto ‘Scuole sicure’
Il primo passo contro i “venditori di morte” il vicepremier lo ha fatto con Scuole sicure, la direttiva del Viminale che contiene “indirizzi in materia di attività di prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti” tra i più giovani. In tutto due milioni e mezzo di risorse impiegate per potenziare gli impianti di video-sorveglianza, consentire l’assunzione temporanea di più vigili urbani e organizzare campagne informative per i ragazzi in 15 città italiane.
In arrivo un ddl per inasprire le pene
Anche il decreto sicurezza secondo il ministro dell’Interno “potenzia l’antidroga”. “Fino a ieri i 13 spacciatori Nigeriani richiedenti asilo che sono stati arrestati a Potenza, stavano qua e andava avanti la loro richiesta di asilo politico – ha detto questa mattina ai microfoni di Radio Radio – Con il decreto un richiedente che commette un reato che picchia, stupra, violenta o rapina viene convocato in due giorni, la sua domanda viene stracciata, viene mandato in un centro per il rimpatriato e viene mandato a casa sua – e ha concluso – Ora se io devo essere accondiscendente con gli spacciatori, ho sbagliato Paese e ho sbagliato mestiere”.