Spaccio di droga sul Litorale, in dodici finiscono in manette

Smantellata la presunta gang di pusher attiva tra Mondragone e Sessa Aurunca. Documentate oltre 2mila cessioni

CASERTA – Un’associazione a delinquere specializzata nello smerciare droga: è il tema dell’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ieri mattina ha fatto scattare le misure cautelari per chi avrebbe fatto parte della gang. Sono finiti in carcere Gennaro Cascarino, 25enne, Valentino Fiorillo, 33enne, Antonio Bova, 22enne, Antonio Invito, 27enne, Christian Erminio Verrengia, tutti di Mondragone, Giuseppe Sanfelice, 28enne, Salvatore Gallo, 23enne di Sessa Aurunca, e Luciano Santoro, 26enne di Castelvolturno. Ai domiciliari Angelo Basciotti, 24enne, Emilio Fiorillo, 27enne,  Luigi Papararo, 23enne, e Alessandro Pulcrano, 21enne, anche loro mondragonesi. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Antonello Villoni, 41enne, e Virgilio Vellucci, 22enne, entrambi residenti a Mondragone. Ad emettere il provvedimento restrittivo è stato il giudice Rosamaria De Lellis del Tribunale di Napoli. Gli indagati, accusati a vario titolo di associazione criminale e di singoli episodi di spaccio, sono assistiti dagli avvocati Antonio Miraglia, Edmondo Caterino, Salvatore De Blasio, Luigi Mordacchini e Gaetano Laiso.

A far luce sulla presunta gang sono stati i militari dell’Arma della Compagnia di Sessa Aurunca: grazie ad intercettazioni telefoniche e ambientali, a videoriprese e a pedinamenti sono riusciti a tracciare la struttura del gruppo e come si sarebbe mosso. L’attività investigativa è iniziata nel dicembre 2018.

La rete di pusher sarebbe stata attiva a Mondragone e a  Sessa Aurunca. Il sodalizio, hanno informato i carabinieri,  “era caratterizzato da una complessa organizzazione favorita dall’utilizzo di micro-telefoni dedicati, con utenze fittiziamente intestate ad extracomunitari, di veicoli di una società di noleggio, gestita per conto dell’organizzazione, e da abitazioni predisposte per il confezionamento dello stupefacente da immettere in commercio”.

Il lavoro dei carabinieri avrebbe anche fatto emergere come gli ipotizzati vertici dell’associazione, “con violenze e minacce, hanno costretto alcuni assuntori ad acquistare lo stupefacente esclusivamente dal loro sodalizio”.
A puntellare l’inchiesta hanno contribuito “arresti in flagranza e denunce in stato di libertà di accoliti”. Sono stati documentati oltre duemila episodi di spaccio al dettaglio, identificati assuntori di droga, segnalati all’autorità amministrativa, e sequestrate oltre cinquecento dosi di stupefacente  (cocaina, crack, hashish e marijuana) nonché denaro provento dell’illecita attività.  
Il provvedimento eseguito ieri mattina è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari: le persone destinatarie dell’ordinanza sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.


Cascarino e Fiorillo al vertice della gang

Valentino Fiorillo e Gennaro Cascarino: sono loro, sostiene la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, i leader del gruppo criminale che tra il 2018 e il 2020 avrebbe inondato di cocaina, hashish, marijuana e crack il Litorale. I due, stando a quanto accertato dai militari dell’Arma di Sessa Aurunca, organizzavano l’attività di spaccio coordinando i pusher (pure ritenuti intranei al gruppo).

Valentino Fiorillo si sarebbe occupato anche di comprare lo stupefacente che veniva rivenduto al dettaglio. Il nipote Emilio (figlio di Nino, già condannato per droga), nella gang, dice la Dda di Napoli, aveva il compito di provvedere al trasporto dello stupefacente e alla riscossione degli incassi presso i vari spacciatori. Ad innescare l’attività investigativa, ieri sfociata nell’ordinanza cautelare per 14 indagati, sono state le dichiarazioni rese nel dicembre 2018 da un consumatore di narcotici che era stato fermato dai carabinieri in località Sant’Agata, a Mondragone: “La persona che mi vende la droga è Gennaro (Cascarino, ndr). Di solito sono io che vado a Mondragone a prendere lo stupefacente per evitare di dovergli rimborsare il costo della benzina. Di solito ci incontriamo al bar Domizia”.

Tra le basi usate dai presunti spacciatori per confezionare le dosi c’è un’abitazione di via Milazzo. E grazie ai filmati registrati dalle telecamere installate dai carabinieri in quella zona è emerso che al suo interno c’era anche una vera e propria scuderia di motocicli ed autovetture. Si tratta di mezzi che, secondo l’accusa, erano nella disponibilità degli associati per effettuare le consegne di stupefacente ai vari clienti. A confermare questa circostanza è stato un meccanico mondragonese, che aveva più volte riparato tanti veicoli su commissione di Cascarino e dei Fiorillo: “Svolgendo il lavoro di meccanico – ha riferito ai carabinieri -, nel corso del tempo è  stato chiaro che i cugini Fiorillo nonché Cascarino fossero quelli che gestivano i pusher. Erano loro infatti che in diverse occasioni mi portavano le auto per fare delle riparazioni”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome