Spaccio in tre province della Campania, arrestati in 3

SAN FELICE A CANCELLO   Tre arresti, un obbligo di firma e diverse perquisizioni: è il bilancio dell’operazione antidraga portata a termine ieri mattina poco prima dell’alba dai carabinieri.  Il blitz è scattato a San Felice a Cancello, Arienzo e Castelvolturno in seguito alle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica della Dda di Napoli. I carabinieri della Compagnia di Montesarchio guidati dal tenente colonnello Leonardo Madaro con l’ausilio di unità del Nucleo carabinieri cinofili di Sarno hanno eseguito ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti di 4 persone. Una è stata ristretta in carcere. Si tratta di Cesare Martone, 45 anni, cognato del sindaco di San Felice a Cancello Giovanni Ferrara (quest’ultimo completamente estraneo all’indagine). E’ stato rinchiuso nel carcere di Benevento. Due sono stati posti agli arresti domiciliari. Si tratta di Michele Papa, 39enne nipote del boss Antonio Papa, detto ‘o picciutto, di Santa Maria a Vico e Biagio Carfora, 51 anni, di Arienzo ma residente a Castelvolturno, dove è stato arrestato. Obbligo di firma invece per Giorgio Affinita, 26enne di San Felice a Cancello.  La Procura antimafia di Napoli aveva chiesto misure cautelari anche per altri ma il gip le ha rigettate. Sono indagati a piede libero. I tre arrestati sono gravemente indiziati – allo stato delle indagini preliminari – di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, mentre il 26enne è stato sottoposto all’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. L’indagine, avviata nel novembre del 2019 e conclusa nel mese di settembre 2020, ha consentito di accertare la operatività di una associazione criminale dedita all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, appartenenti a differenti tipologie (hashish, crack e cocaina) ed operativa in un’area territoriale ricompresa tra le provincie di Benevento, Caserta ed Avellino e, principalmente, nella zona della Valle Caudina (area ricompresa tra i comuni di Montesarchio, Cervinara, Rotondi, Arpaia). Oggi si terrà l’interrogatorio di garanzia per Martone a cui seguiranno quelli per Papa e Carfora. Successivamente si terrà quello per il giovane Affinita.

Ordini a telefono: “Portami una birra”

strada tra Arienzo, San Felice a Cancello, Arpaia e Montesarchio. E una volta che si erano incontrati avveniva lo scambio: droga in cambio dei soldi. Al telefono per provare a eludere le intercettazioni lo stupefacente veniva chiamato in diversi modi tra cui birre. E per intendersi sulla quantità le birre nel loro linguaggio criptico potevano essere ‘piccole’, ‘medie’ o ‘grandi’. Trasportavano maggiormente quantitativi ridotti per limitare i danni in caso di controllo da parte dei carabinieri. In particolare, le risultanze investigative hanno fatto emergere, in modo chiaro, che le cessioni venivano effettuate seguendo uno schema definito “itinerante” ovvero recandosi il pusher incaricato direttamente presso ciascun acquirente al quale veniva indicato, per l’incontro, un luogo preciso e, di volta in volta, diverso. L’incontro era preceduto da contatti telefonici, di brevissima durata, nel corso dei quali, con un linguaggio criptico e convenzionale, si pattuiva il quantitativo di sostanza oggetto della cessione e si stabiliva il luogo dell’appuntamento.

Il provvedimento oggi eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva. Oltre ai quattro colpiti dalla misura cautelare ci sono diversi indagati a piede libero. Sono persone che avrebbero un ruolo meno importante e per i quali sono emersi indizi di colpevolezza più deboli tali da non richiedere l’adozione di misure cautelari che pure il pubblico ministero aveva chiesto. Erano perlopiù spacciatori di piccole quantità di stipfacente. 

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