Sta per essere ultimato il decreto che allenterà il lockdown dal 4 maggio. Siamo alla fase della limatura della Fase 2, là dove il premier Giuseppe Conte ha ammesso che “continuando a mantenere le chiusure il Paese non reggerebbe”. Dunque si riparte, ma con regole da rispettare molto ferree. La ripresa sarà “cauta e graduale”, i paletti saranno rigidi.
Obbligo di mascherine
Per potersi muovere, chi avrà la possibilità di uscire, cioè quasi 3 milioni di italiani, dovrà munirsi di mascherine che – a dispetto della loro reale efficacia che è ancora da dimostrare – saranno comunque utile là dove non potrà esserci distanziamento sociale. Il nodo da sciogliere, però, riguarda reperibilità e prezzo. Quest’ultimo deve essere calmierato o, per lo meno, regolato.
No da regione a regione
Ci si potrà spostare, sempre però muniti di autocertificazione. E si potrà abbandonare la propria residenza per raggiungere altri comuni della stessa regione. Al momento, invece, non è ancora consentito viaggiare da regione a regione, se non per comprovati motivi di lavoro o di urgenza.
No seconde case
Al momento non è stato affrontato il problema delle seconde case. Nel senso che il governo, sentito il parere della task force, non ha ancora stabilito quando cadrà anche questo veto. E’ verosimile che prima della partire la Fase 2 e poi, verificata la tenuta del Paese, si passi a una Fase 3 o anche solo a una Fase 2,5.
Negozi sì, negozi no
Il comparto del commercio dovrebbe riavviarsi il 4 maggio. Ma si sta studiando come. Non tutti i negozi riapriranno, all’esame degli esperti ci sono soprattutto i negozi di scarpe e di abbigliamento. Perché? Il problema è la sanificazione degli abiti una volta provati dai clienti. Sanificazione che impone l’acquisto di appositi macchinari.
Parrucchieri e centri estetici
Probabilmente queste attività lavorative non ripartiranno il 4 maggio ma la settimana successiva o quella dopo ancora. Nel caso di parrucchieri e centri di estetica, il nodo è la sterilizzazione di tutti gli strumenti utilizzati, la sanificazione degli ambienti. Nei locali, il rapporto dovrà essere di uno a uno, ovvero un cliente e un operatore.
Le aziende
Ripartono le industrie del comparto tessile, considerate moderatamente a rischio, e poi altre del settore farmaceutico. Saranno indispensabili misure di sicurezza rigide, dalla misurazione della temperatura corporea all’ingresso al distanziamento. Lo smart working verrà sfruttato in maniera massiccia per evitare qualsiasi assembramento.
Ristoranti e bar
Nella migliore delle ipotesi alzeranno le saracinesche l’11 maggio ma è più verosimile la settimana successiva. Sono considerate le attività commerciali più a rischio. Saranno indispensabili la riduzione della capienza all’interno dei locali, un distanziamento di due metri, opere di sanificazione ripetute nel corso della giornata. La stretta dovrebbe essere meno forte per i dehors.
Treni e metropolitane
Il problema dei trasporti è considerato di maggioreurgenza proprio perché chi deve recarsi al lavoro non potrà sempre e solo utilizzare l’auto. Sono incentivati i car sharing e l’uso delle biciclette. Nelle metropolitane si potrà accadere ai vagoni solo sedendosi e distanziati di un posto, i tornelli in entrata dovrebbero modulare i flussi. I treni avranno la prenotazione obbligatoria sui Frecciarossa, Frecciabianca e Intercity, con disposizione a scacchiera. Per i regionali sono allo studio altre soluzioni. Da verificare anche l’accesso e l’uscita alle stazioni – con termoscanner e file guidate – inevitabile che i tempi si allunghino.
(LaPresse)