COLOMBO – Il bilancio degli attacchi terroristici a chiese e hotel nello Sri Lanka di domenica è salito a 290 vittime. Lo ha riferito il portavoce della polizia locale Ruwan Gunasekera. Più di 500 persone sono rimaste ferite nelle esplosioni, ha aggiunto, nel giorno più sanguinoso del Paese dalla fine della lunga guerra civile del paese di dieci anni fa. La polizia ha arrestato 24 persone in relazione agli attentati.
Ieri otto esplosioni in chiese ed alberghi
Pasqua di sangue in Sri Lanka. Almeno 207 persone sono state uccise e oltre 450 ferite in un’ondata di attacchi contro chiese e alberghi. Otto le esplosioni: tra gli obiettivi le chiese dei distretti di Negombo, Batticaloa e Kochchikade a Colombo, colpite mentre erano gremite di fedeli, e gli hotel Shangri-La, Kingsbury e Cinnamon, anch’essi nella capitale. Decine di stranieri sono tra le vittime, 35 secondo la polizia. Mentre non è chiaro chi sia responsabile degli attacchi, il primo ministro Ranil Wickremesinghe ha confermato che otto presunti responsabili sono stati arrestati.
Tra loro ci sarebbero vari kamikaze e gli investigatori indagano su eventuali loro legami “oltremare”. Le autorità hanno imposto un coprifuoco, inizialmente annunciato per la notte, poi applicato in via immediata dalla polizia. L’attacco è il più violento nel Paese dalla fine della guerra civile nel 2009, in cui in quasi trent’anni di spinta indipendentista delle Tigri Tamil morirono più di 70mila persone.
Le tv hanno diffuso la prima notizia delle esplosioni intorno alle 8.45 locali (le 5.15 italiane), a proposito di diversi luoghi vicini a chiese e hotel. Decine di persone sono morte nella chiesa di San Sebastiano a Negombo, pesantemente danneggiata dalle detonazioni. Pesante bilancio anche nella chiesa di Sant’Antonio, santuario molto popolare tra i fedeli cristiani. Hanno preso di mira anche ristoranti, proprio all’ora della colazione. Tre poliziotti sarebbero morti sul luogo dell’ultima esplosione, l’ottava.
(LaPresse/AFP)