NAPOLI – Oltre quattro milioni di spettatori, uno share del 22,7 per cento: Napoli e le sue bellezze conquistano la prima serata e seducono gli italiani, spargendo semi di magia sul Bel Paese nella sera di Natale. Si è rivelato un autentico successo di pubblico ‘Stanotte a… Napoli’, documentario firmato da Alberto Angela e andato in onda ieri sera a Rai 1. “Con questa puntata di ‘Stanotte a…’ abbiamo provato ad illuminare Napoli con la luce che merita, anche grazie alla magia che questa serata speciale è in grado di trasmettere – la premessa di Alberto Angela -. Spesso, infatti, le cronache tendono a concentrarsi sulle sue ombre, che non intendiamo ignorare, che vanno individuate e combattute. Ma Napoli non è solo questo. Napoli è soprattutto luce. Ed è proprio questa luce che vogliamo che stasera risplenda, esattamente come abbiamo fatto per le altre città. Il risultato, lo vedrete, è un’immagine di Napoli più luminosa e viva di quanto si creda“.
Ad accompagnare il noto paleontologo nel viaggio all’ombra del Vesuvio alcuni amici di Napoli. Giancarlo Giannini ha vestito i panni di Carlo di Borbone, il re che nel Settecento ha davvero forgiato la città. Massimo Ranieri, con la sua voce, ha ricordato l’importanza e la diffusione nel mondo della canzone napoletana. Marisa Laurito ha raccontato i tanti Natali trascorsi a Napoli in compagnia di personaggi indimenticabili. Serena Rossi, in musica, ha illustrato il legame che la città ha da sempre con il caffè. Il mito di Maradona, adorato come un eroe greco dagli abitanti della città (e non solo), è stato fatto rivivere da Salvatore Bagni, suo compagno di squadra. Serena Autieri ha rievocato l’atmosfera del Cafè Chantant nel Salone Margherita, uno dei luoghi più suggestivi di Napoli.
“Ho sempre avuto un rapporto profondo con la città di Napoli, fin da quando, da ragazzino, frequentavo come volontario l’Acquario (la Stazione Zoologica Antonio Dohrn), con l’intenzione di diventare oceanografo – ha raccontato Alberto Angela sui social -. Negli anni sono spesso tornato per ragioni di lavoro, ma, lo confesso, anche per respirare, da turista, l’aria che solo in questa città è possibile respirare. Sì, perché quando passeggi sul lungomare, nei vicoli, nelle strade costeggiate da colonne antiche, chiese, palazzi, quando ti trovi in una piazza di Napoli, ti rendi conto di quanta storia, di quanta cultura la città è stata protagonista: Greci, Romani, Normanni, Francesi, Spagnoli…. È un po’ come contare gli anelli di un grande albero: ognuno di essi è in grado di raccontarti un’epoca, un momento storico fatto di grandi avvenimenti, ma anche di piccole storie di vita quotidiana di cui quei vicoli e quelle piazze riecheggiano e continuano a parlare ancora oggi. Quante altre città nel mondo sono in grado di raccontarti tre millenni di storia così come Napoli? Una città dalla profonda anima greca che ha visto le dominazioni di tantissimi popoli nel corso dei millenni e che, a differenza di come accade solitamente, non ha solo trattenuto qualcosa di ognuno di essi, ma è riuscita a cambiare l’invasore di turno, lo ha incantato con la propria anima“.