ROMA – “Abbiamo ricordato qualche giorno fa la memoria del giudice Livatino. La sua vita personale è un esempio come quelle di Falcone e Borsellino. Poi è arrivato Ingroia che pensava di essere Falcone. In questo contesto si è affrancata la narrazione di Travaglio “è Stato la mafia”, liberando così la mafia dalle sue evidenti colpe. La sentenza riguarda tre servitori dello Stato che sono stati accusati del peggiore dei crimini.
È una cosa enorme quella che è accaduta. Leggete il Fatto Quotidiano di oggi, il direttore Travaglio scrive che da la solidarietà a Bagarella, ai mafiosi condannati. Lo dico qui in una terra profondamente ferita dalla mafia: pensa di essere ironico, ma come si fa? Io credo nella giustizia che non la fa Travaglio con un editoriale, dobbiamo uscire dal populismo giudiziario scritto sui giornali e sui tweet: si aspettano le sentenze.
Basta usare la giustizia come arma per distruggere un avversario politico così come ha fatto il Pd con Berlusconi. Uno che prende un avviso di garanzia non è già condannato, siamo in una Costituzione garantista e non giustizialista. È una barbarie la giustizia via social”, lo ha detto Matteo Renzi presentando “Controcorrente” a Catania.(LaPresse)