Tutto pronto per discutere il rinnovo del contratto collettivo specifico di lavoro – in scadenza a fine anno – Stellantis, Cnhi, Iveco Group e Ferrari. Oltre 500 delegati, per circa 68.000 dipendenti, hanno presentato oggi la piattaforma elaborata da Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, che mette all’ordine del giorno la questione salariale. I sindacati chiedono una risposta alla spinta inflazionistica che pesa sul potere d’acquisto dei lavoratori con un incremento della paga base all’inizio di ogni anno. Un aumento che quindi nel 2023 sarebbe dello 8,4%, cioè circa 153 euro in più in busta paga ogni mese. Poi del 4,5% nel 2024 e del 2,5% per l’anno successivo, mentre per definire quello del 2026 si attendono stime di riferimento attendibili. Quella dei salari è una partita prioritaria, da cui dipende la tenuta dell’intero sistema. Ne sono sicuri i metalmeccanici della Uilm, che sottolineano l’assenza di alternative: senza incrementi “non solo i lavoratori dipendenti andrebbero incontro a un rapido impoverimento, ma l’Italia sprofonderebbe in un quel circolo vizioso che porta il nome di austerità e che alla fine immancabilmente conduce alla crisi e al fallimento”, spiegano il segretario generale Rocco Palombella e il segretario nazionale Gianluca Ficco. Il tempo è poco e la congiuntura non è ottimale, e il confronto va condotto rapidamente – e bene – per arrivare ad una conclusione in tempi brevi e potersi dedicare “con maggiore forza alle sfide che abbiamo di fronte”, dalla transizione ecologica alla questione energetica.
Sui salari Stellantis sembra intenzionata a discutere, ma solo all’interno del perimetro del contratto. È la risposta fornita dall’azienda alla Fiom che, al tavolo parallelo di questa mattina, aveva chiesto un’erogazione economica straordinaria per sostenere i salari dei lavoratori del gruppo “colpiti da cassa integrazione e inflazione”. L’azienda “ha sostenuto che il tema del salario potrà essere affrontato all’interno del percorso per il contratto”, ha riferito il segretario generale Michele De Palma, che però rilancia: “vista la crisi dell’automotive” e dato che “le condizioni che hanno portato al Ccsl non ci sono più” è ora “di aprire un confronto che si ponga come obiettivo il sistema contrattuale del Ccnl per dare forza al sistema industriale italiano e ai suoi lavoratori”. E dà appuntamento per mercoledì 19 ottobre ai Coordinamenti nazionali Fiom dei Gruppi Stellantis, Cnhi ed Iveco, che si riuniranno a Roma per approvare la proposta del sindacato sul percorso contrattuale. “È il momento – ha chiosato il leader delle tute blu della Cgil – di riunire le metalmeccaniche e i metalmeccanici per affrontare insieme la situazione complessa che stiamo vivendo e le sfide del futuro”.
di Martina Regis