NAPOLI – Riflettori puntati su via Tertulliano, nel cuore del Rione Traiano, centro di una nuova potenziale spirale di violenza e tensioni, mentre nel quartiere si vocifera di spari che hanno scosso il rione e mentre gli investigatori lottano per capire la natura dei continui attriti criminali. Il complesso di edilizia popolare si è trasformato in un campo di battaglia per il controllo territoriale. Protagonisti della nuova fase dello scontro i clan Puccinelli-Petrone e Sorianiello. Sul quartiere aleggiano ombre inquiete.
L’ultima segnalazione di spari, di lunedì sera intorno alle 20, ha scatenato l’allerta rossa nel quartiere. Le forze dell’ordine sono intervenute immediatamente in via Tertulliano, ma non hanno trovato prove concrete: nessun testimone, nessun bossolo. Gli agenti hanno compiuto un accurato sopralluogo, rimanendo in strada fino a tarda notte, ma gli esiti sono rimasti infruttuosi.
La situazione nel Rione Traiano è diventata estremamente delicata, con gli investigatori che temono una nuova ondata di violenza. Il confronto tra i clan Puccinelli-Petrone e Sorianiello ha sollevato il timore di scontri sempre più violenti, con il quartiere che rischia di essere trascinato in un vortice di crimine e terrore.
Tuttavia, in contesti sociali come quello del Rione Traiano, abbattere il muro di omertà e ottenere testimonianze è spesso un compito arduo. La paura delle ritorsioni e la diffidenza verso le forze dell’ordine possono rendere difficile raccogliere informazioni accurate sulle dinamiche criminali in atto.
Le autorità stanno ora esaminando attentamente la mappa del territorio, poiché il complesso di edilizia popolare ospita diverse piazze di spaccio, considerate tra le più fiorenti. Quelle dei Puccinelli-Petrone, quelle dei Sorianiello, quelle dei Cutolo. Questo aspetto è sotto la lente d’ingrandimento della Procura, che sospetta che le tensioni siano scaturite dalla lotta per il controllo del narcotraffico.
La mancanza di riscontri all’arrivo della polizia sottolinea l’atmosfera particolare che avvolge il quartiere. Gli abitanti sembrano restii a parlare, lasciando le forze dell’ordine a combattere contro il muro di omertà che spesso caratterizza situazioni come questa. Aprire il fuoco nella piazza di spaccio di un clan rivale significa, spesso, voler bloccare le attività della piazza stessa. Mentre le indagini sono ancora in corso e la tensione continua a crescere, il Rione Traiano è intrappolato in una situazione inquietante, con la comunità che guarda all’incertezza del futuro con crescente preoccupazione.
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