NAPOLI (Antonio Di Somma) – Dopo il grande successo del tour 2024, Steve Hackett ha deciso di tornare in Italia per un nuovo appuntamento con i suoi fan. A settembre 2025 saranno infatti sette le date nel nostro Paese, con uno spettacolo pensato come un vero e proprio viaggio nella storia del rock progressivo. Il tour si intitola “Genesis Greats ‑ Lamb Highlights & Solo” e nasce per celebrare i cinquant’anni di un disco che ha fatto epoca: The Lamb Lies Down On Broadway, l’album forse più visionario e complesso dei Genesis, uscito nel 1974. La tournée italiana prenderà il via il 7 settembre al Palapartenope di Napoli, per poi toccare altre città in un mese che si preannuncia memorabile per tutti gli amanti del prog. A firmare l’organizzazione e la produzione degli spettacoli ci sono Musical Box Promozione 2.0, insieme a Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci e Solo Agency Limited. Chi ha già visto Steve Hackett dal vivo sa che i suoi concerti sono molto più che esibizioni musicali: sono esperienze immersive, dove la nostalgia dei classici dei Genesis si mescola con l’energia di nuove interpretazioni.
A rendere tutto questo possibile, oltre alla sua inconfondibile chitarra, c’è una band di altissimo livello. Lo accompagnano musicisti che
hanno fatto la storia del rock e del prog contemporaneo: Roger King alle tastiere (già con Gary Moore e The Mute Gods), Craig Blundell alla batteria e percussioni (volto noto ai fan di Steven Wilson), Rob Townsend al sax, flauto e percussioni, Jonas Reingold al basso e alla chitarra e, infine, la voce inconfondibile di Nad Sylvan, capace di restituire le atmosfere originali dei Genesis con un tocco personale. Insieme, riescono a riportare in vita il sound degli anni ’70, restituendogli però la freschezza e la forza di oggi. Steve Hackett, nato a Londra il 12 febbraio 1950, è una figura che non ha bisogno di presentazioni. Nei Genesis ha contribuito a creare album immortali come Nursery Cryme e Selling England by the Pound, prima di intraprendere una carriera solista che lo ha visto spaziare traprog, musica classica, world music e persino blues.
La sua capacità di reinventarsi senza mai smarrire il proprio stile lo ha reso una leggenda, amata tanto dai fan storici quanto dalle nuove generazioni di ascoltatori. Il suo ultimo lavoro, “The Circus and the Nightwhale” (2024), è un perfetto esempio della sua inesauribile creatività: un concept album, il primo dopo quasi cinquant’anni, che intreccia atmosfere prog con influenze etniche e sinfoniche, dimostrando come Hackett sia ancora oggi un artista capace di sorprendere. Chi partecipa a uno spettacolo di Steve Hackett non assiste semplice mente a un concerto. Le recensioni dei fan parlano di “serate perfette e indimenticabili”, esperienze che ti trasportano indietro nel tempo, quando il rock progressivo era una vera avanguardia musicale, ma che allo stesso tempo ti fanno percepire quanto quella musica sia ancora viva e attuale. La sua chitarra rimane protagonista assoluta: ora delicata e malinconica, ora esplosiva e virtuosistica, sempre capace di emozionare. Intorno a lei si intrecciano tastiere, percussioni e voci in un equilibrio sonoro che avvolge lo spettatore. È questo che rende ogni data un’occasione speciale, che va oltre la nostalgia: è un incontro autentico con la musica, in tutta la sua forza evocativa. Con oltre quattro decenni di carriera alle spalle e una discografia vastissima, Steve Hackett continua a essere una figura centrale del panorama musicale.