Stop al campionato, Figc e governo si dividono. Gravina: “Abbassare i toni”

Il numero uno della Figc si è detto contrario alla sospensione delle gare di domani: “Ognuno si occupi delle proprie mansioni, ho sentito cose inascoltabili”.

Kalidou Koulibaly (Photo by Marco BERTORELLO / AFP)

ROMA – Non si gioca. Anzi sì. Domani, il nostro calcio si presenterà regolarmente in campo per dar vita alla giornata che segnerà la metà della stagione. Al presidente della Figc Gabriele Gravina l’idea di fermarsi per riflettere è durata poco perchè più forte è la volontà di dar vita ad una nuova ripartenza “senza più tolleranza”.

Anche Ronaldo si schiera accanto a Koulibaly

Il mondo del calcio si risveglia sotto sopra dopo la notte della follia a San Siro e dintorni. “No a discriminazioni e offese. Ci vorrebbe sempre educazione e rispetto”, scrive via social Cristiano Ronaldo sotto ad una foto che lo ritrae in un duello con il pallone accanto a Koulibaly. Chi vuole scrivere, invece, nuove regole di comportamento da affidare agli arbitri davanti a casi senza logica è la stessa Figc. E lo farà a fine gennaio quando si riunirà il governo del pallone, dato per scontato che a sospendere le partite spetti sempre al responsabile dell’ordine pubblico. Da riaggiornare c’è anche qual rispetto dei ruoli, ormai, saltato.

“Abbassiamo i toni ed ognuno faccia quello a cui è chiamato. In questi giorni ho ascoltato cose inaccettabili”, così Gravina, pronto a bacchettare tutti quelli (il procuratore della Figc Pecoraro, come tutti i presidenti dei club) usciti dal proprio confine istituzionale.

Quel ‘codice’ disatteso

La resa dei conti, o qualcosa di simile, è sullo sfondo. Come dopo ogni svolta senza ritorno, il calcio si rimette in riga e i malumori escono fuori. Così, se il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti chiede che “le gare a rischio vengano giocate, sempre, di giorno anche se le tv non sono d’accordo”, ai club viene rinfacciata la poca collaborazione per far sì che gli stadi tornino alle famiglie. Dal quattro agosto di un anno fa esiste un protocollo d’intesa fra le società ed il Viminale in gran parte disatteso. La tessera del tifoso, con le sue restrizioni, è, di fatto, scomparsa, ma non è attuato, se non con rarissime eccezioni, il regolamento che introduce il cosiddetto ‘codice di gradimento‘.

La discrezionalità delle società

Le società hanno la possibilità, come accade in Inghilterra, di sospendere a tempo l’abbonamento o il titolo di ingresso allo stadio ai propri sostenitori se colpevoli di qualcosa che non va sulle tribune prima, durante o dopo le partite. Dentro al clima da resa dei conti, c’è spazio anche per l’insofferenza degli arbitri proprio nei confronti di chi ne mette all’indice l’operato, magari ancor prima di scendere in campo.

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