ROMA – Stop ai Boeing 737 Max 8. Dopo l’incidente di ieri, in Etiopia, e il precedente in Indonesia con la Lion Air, tra le compagnie aeree sono cominciati a sorgere dubbi sui sistemi di controllo del velivolo. A chiarire il perché della tragedia che è costata la vita a 157 persone sarà la scatola nera. Il dispositivo è stato trovato dalle autorità che stanno indagando sul caso.
La sospensione dei voli
L’Ente per l’viazione civile cinese, l’Ethiopian Airlines e Cayman Airways hanno infatti deciso di lasciare a terra quello specifico modello di aereo. La Corea del Sud ha disposto un’indagine ‘precauzionale’ senza bloccarli, Flydubay invece ha confermato la fiducia sull’aereo: nella sua flotta ne ha undici più due Max 9.
La Cina ha detto stop
Per quanto riguarda la Cina si tratta di 96 esemplari: le compagnie coinvolte son Air China, China Eastern Airlines, China Southern Airlines e Hainan Airlines. “Anche se non sappiamo ancora la causa dell’incidente, – ha spiegato un’azienda aerea africana – abbiamo deciso di lasciare a terra questa flotta in particolare come misura di sicurezza extra”. .
I Boeing 737 Max 8
Per Boeing il doppio incidente è una pessima notizia perché il 737 Max 8 rappresenta il 64% della produzione della compagnia fino al 2032. Le ordinazioni sono state finora 903, venti da Air Italy. In totale sono 5mila e 11 per tutte le versioni della serie Max, di cui a gennaio ne risultavano consegnate 350.
Nel maggio 2017 Boeing aveva interrotto i voli di prova a causa di problemi con i motori. A realizzarli la Cfm International, una joint venture tra la francese Safran e la General Electric Aviation.
Le perplessità
Le analisi in seguito all’incidente del 29 ottobre scorso in Indonesia avevano evidenziato problemi con il sensore della velocità e dell’angolo di attacco (l’angolo tra l’ala e la direzione relativa del vento, un indicatore importante sulla portanza dell’aereo).
La casa madre di Seattle aveva emesso un bollettino indicando come agire se ci si fosse trovati di fronte agli stessi inconvenienti.
Scheda: le novità del 737 Max
Il 737 Max 8 prodotto dalla statunitense Boeing ha debuttato nel 2017. E’ l’ultima variazione di un modello originariamente concepito nel 1964 e in volo per la prima volta nel 1967. Il velivolo usato dalla Ethiopian aveva pochi mesi, era stato immatricolato lo scorso ottobre e in uso da novembre.
Caratteristica
E’ la capacità di risparmiare il 20 per cento di carburante a trasformare quel modello in campione di vendite. Rispetto alle versioni precedenti la posizione del motore è spostata in avanti e più in alto rispetto all’ala e questo influenza il bilanciamento complessivo dell’aereo.
Il software ‘Angle of attack’
Lo distingue anche l’introduzione di un software che in base ai dati di un sensore chiamato “Angle of Attack” (angolo d’attacco) corregge il profilo di volo gestendo autonomamente la quota del velivolo.
Le segnalazioni
Si sta ancora indagando sulle cause dell’incidente. Ma le associazioni di piloti lamentano di aver scoperto l’esistenza del software che corregge il profilo di volo solo dopo l’incidente indonesiano:affermano anche di non aver ricevuto una formazione adeguata per affrontare guasti o imprevisti.
“Dopo il decollo da Addis Abeba, il Boeing 737 aveva una velocità verticale instabile – ha riferito il sito Flightradar24. Il pilota aveva allertato i controllori di volo segnalando di aver avuto difficoltà e di voler tornare indietro, dopo esser partito da pochi minuti dalla capitale etiope. Aveva avuto l’autorizzazione a rientrare. In attesa di conoscere le cause dello schianto, questa informazione sembra indicare che l’aereo avesse dei problemi”. L’aereo era un velivolo nuovo, consegnato alla compagnia aerea a metà novembre.
La lista nera
Nella lista dei 157 passeggeri (tra cui 8 membri dell’equipaggio) di 35 nazionalità diverse — tutti deceduti — figurano anche tre bergamaschi della onlus Africa Tremila. Si tratta di Carlo Spini, la moglie Gabriella Vigiani, e Matteo Ravasio. E anche due giovani donne: Pilar Buzzetti, che lavora per l’Onu e Virginia Chimenti e anche Paolo Dieci, presidente della ong Cisp e rete LinK 2007.
Molti di essi erano legati a Ong ed erano diretti a Nairobi per la quarta sessione dell’assemblea dell’Onu sull’ambiente (Unea-4), in programma da lunedì.
Ecco la lista dei 35 Paesi di origine dei passeggeri vittime del disastro, fornita dal bollettino numero 3 dell’Ethiopian Airlines rilanciato con un tweet: 32 Kenya, 18 Canada, 9 Etiopia, 8 Cina, 8 Italia, 8 Usa, 7 Francia, 7 Gran Bretagna, 6 Egitto, 5 Germania, 4 India, 4 Slovacchia, 3 Austria, 3 Russia, 3 Svezia, 2 Spagna, 2 Israele, 2 Marocco, 2 Polonia, 1 Belgio, 1 Gibuti, 1 Indonesia, 1 Irlanda, 1 Mozambico, 1 Norvegia, 1 Ruanda, 1 Arabia Saudita, 1 Sudan,