Stop prescrizione, la Bongiorno: bomba atomica. Bonafede: no all’impunità

Botta e risposta fra i ministri Bongiorno e Bonafede sullo stop alla prescrizione. La titolare della Pubblica amministrazione parla di "bomba atomica" per il sistema giudiziario italiano, per il responsabile della Giustizia la "bomba" è solo la "rabbia dei cittadini"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 25-10-2018 Roma Politica Ministero della Giustizia - Presentazione della legge "Codice rosso" contro la violenza sulle donne Nella foto Giulia Bongiorno Photo Roberto Monaldo / LaPresse 25-10-2018 Rome (Italy) Ministry of Justice - Presentation of the "Red Code" law against violence to women In the photo Giulia Bongiorno

ROMA – Scontro fra ministri sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio, con il titolare della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che critica il provvedimento e il responsabile della Giustizia Alfonso Bonafede che difende la sua “creatura”. Secondo la Bongiorno, il blocco alla prescrizione è come mettere “una bomba atomica sotto il sistema giudiziario italiano”. Lo dice a ‘L’intervista’ di Maria Latella su SkyTg24. Con lo stop alla prescrizione, afferma l’avvocatessa, “non ci sarebbero più Appello e Cassazione perché non sarebbero più fissate le udienze. Io questo cosa non posso accettarla e non posso non segnalarla”.

Il ministro della Giustizia: la bomba è la rabbia dei cittadini

La replica di Bonafede è netta: “Rispetto e stimo il ministro Bongiorno, ma sulla prescrizione si sbaglia. La bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia dei cittadini di fronte all’impunità”. Il ministro della Giustizia si è  anche chiesto “chi va a spiegare ai familiari delle vittime della strage di Viareggio che il tempo è scaduto per i primi due reati e non avranno una risposta di giustizia piena?”. Il Guardasigilli aggiunge poi: “Oltre alla tragedia, devono anche essere beffati da uno Stato incapace di dare una risposta? Vale per loro come per il processo Eternit, il terremoto de L’Aquila, l’inquinamento dell’impianto di Marghera. Dopo una verità accertata in primo grado, non possiamo lasciare che da quel momento in poi non ci sia più alcuna certezza di giustizia. La sicurezza dei cittadini e la certezza della pena perdono qualsiasi significato se poi il processo si conclude con la prescrizione”.

Organici giudiziari da ampliare

“Il sistema deve recuperare credibilità agli occhi dei cittadini. Non possiamo pensare che un processo passato attraverso spese, indagini e sentenze, si risolva a tarallucci e vino prima del giudizio definitivo. E poi la prescrizione esiste solo in Italia”. Così si è espresso il ministro in un’intervista a La Stampa. “Voglio un sistema giudiziario con le spalle larghe. Capace cioè di reagire in tempi rapidi. Se un cittadino chiede giustizia lo Stato deve dare una risposta celere. E su questo dobbiamo essere tutti d’accordo”. Per arrivare a questo occorre investire “sui magistrati e sul personale amministrativo. Per farla finita con il grande equivoco italiano che consente ad alcune categorie protette di salvarsi grazie ai cavilli. Visito i tribunali a sorpresa quasi ogni giorno. E tutti mi dicono la stessa cosa: ci manca personale. Faremo un ampliamento della pianta organica che questo paese non ha mai visto”, conclude.

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