ROMA – “Uscita di corsa da casa ho visto il disastro”, queste le prima parole di Carol Fusano, la madre dei bambini uccisi ad Ardea. Stravolta dal dolore, non riesce a darsi pace. Appena sentiti gli spari è corsa fuori dalla villetta. “Non era il rumore dei petardi che si sente ogni tanto e neanche quello degli spari ai cinghiali. Sono arrivata lì ed erano in una pozza di sangue”. E ha aggiunto in lacrime: “Mi hanno detto ‘arriviamo in tempo per il pranzo’ e invece non li ho più visti”.
Le domande
Si fa mille domande Caro. Il destino ha riservato ai due piccoli una fine drammatica: “Avevamo scelto questa villa per il loro bene, per permettergli di vivere al meglio la famiglia, anche con il padre ai domiciliari. Il giardino, i viali tranquilli, il campo vicino per giocare. La possibilità di avere la nonna qui a fianco a darci una mano. Come è possibile che quell’uomo girasse armato e io ho dovuto chiedere il permesso per stare vicino ai miei figli?”. E sui tempi dell’arrivo dei soccorsi ha aggiunto: “Ci sono voluti 40 minuti per vedere arrivare l’ambulanza, chi mi dice che i miei figli non si potevano salvare?”.
La risposta
L’Ares 118 in merito alla vicenda ha sottolineato che “la prima telefonata al 112 è delle ore 10:57 e 32 secondi, che immediatamente è stata trasferita ai carabinieri perché erano segnalati spari, e al 118. Ci siamo allertati inviando subito la prima ambulanza con medico a bordo, che è giunta sul posto”.
Destino crudele
Solo pochi istanti prima della strage era passata l’auto dei carabinieri per il controllo periodico sulla presenza in casa del padre dei ragazzi agli arresti domiciliari. Se solo si fossero attardati qualche minuto avrebbero incrociato l’assassino impedendogli il triplice omicidio: con i bambini è stato ucciso anche un anziano di passaggio in bicicletta.