MILANO – Piazza Fontana: 50 anni dopo. E’ il giorno del 50esimo anniversario della strage di Pizza Fontana. La bomba esplose all’interno della Banca Nazionale per l’Agricoltura a Milano. Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà a Milano per l’anniversario.
Quel giorno
Era il 12 dicembre del 1969 quando alle 16,32 all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano dove erano in corso le contrattazioni del mercato agricolo e del bestiame esplose la bomba. Erano le 16,37 in punto, causando la morte di 17 persone e più di 80 feriti.
Le indagini
Le indagini degli inquirenti si direzionarono verso la pista anarchica con l’arresto del ballerino Pietro Valpreda, poi assolto nel 1985 dopo un lungo calvario giudiziario.
Poi si preferì seguire la pista della estrema destra su elementi di Ordine Nuovo padovani e l’incriminazione di Giovanni Ventura e dell’editore Franco Freda. Il processo cambiò più volte location: da Milano a Roma, da Roma nuovamente a Milano per poi concludersi in Calabria, al Tribunale di Catanzaro.
La svolta
Sono molti anni dopo, all’incirca degli anni 90 si fecero avanti in qualità di pentiti l’armiere di Ordine Nuovo in Triveneto, Carlo Digilio e Martino Siciliano. Agli inquirenti raccontarono molti particolari in merito, come di incontri segreti, di esplosivi e della presenza di appartenenti ad Ordine Nuovo del gruppo La Fenice. Dopo tali dichiarazioni furono imputati della strage Delfo Zorzi, di Ordine Nuovo, il medico veneziano Carlo Maria Maggi, Giancarlo Rognoni, capo del gruppo milanese La Fenice, Roberto Tringali, accusato di favoreggiamento e lo stesso Digilio.
I verdetti
Zorzi, Maggi e Rognoni furono condannati all’ergastolo, per Digilio scattò la prescrizione. Ma in appello, solo tre anni dopo arrivarono le assoluzioni: Digilio non fu ritenuto credibile oltre alla ritrattazione di Siciliano. E il 3 maggio del 2005 giunse l’assoluzione per tutti gli imputati.