Milano – Alla Juventus dei marziani non servono i superpoteri. I bianconeri si prendono il derby, potenzialmente una delle gare-trappola della stagione, senza brillare né strafare. E’ bastato il rigore causato da un pasticciaccio di Zaza e trasformato da Ronaldo, a segno nella sua prima stracittadina con il gol numero 5000 della gloriosa storia della Signora, per consentire alla sua squadra di proseguire una marcia dai toni sempre più trionfali. 15 vittorie, un solo pari dal sapore di semplice incidente di percorso (con il Genoa all’Allianz Stadium).
Avversari respinti, uno ad uno e quota 46 toccata prima ancora del brindisi di Natale
Solo un coriaceo Napoli, rimasto a meno otto anche dopo la trasferta di Cagliari, ha evitato ai bianconeri di festeggiare già a metà dicembre il titolo d’inverno. Difficile dare torto a chi sostiene che i giochi a metà campionato rischiano di essere già chiusi.
In un derby intenso ma giocato sostanzialmente alla pari nonostante la differenza tecnica, la Juve ha centrato il massimo risultato con il minimo sforzo. Slogan che i pluricampioni d’Italia in questa stagione sembrano voler applicare spesso e volentieri.
Una Juve umana, ma terribilmente concreta
La squadra di Mazzarri, che ha interpretato la gara nella giusta maniera, affrontando i cugini con orgoglio e a testa alta, almeno un punto lo avrebbe meritato. E forse senza l’errore di Zaza, uno dei volti nuovi che avrebbe dovuto fare la differenza per i granata, forse lo avrebbe portato a casa.
Ma la legge bianconera è una formula matematica. Più che mai in questa stagione. Un solo errore e sei castigato. A conferma che la corazzata di Allegri ha un motore talmente potente da poter staccare gli avversari anche senza premere più di tanto sull’acceleratore e dare fondo alla riserva di benzina.
Pedigree da aristocratica, ovviamente, ma lo spirito battagliero e di sacrificio è quello di una provinciale. “Avevo chiesto alla squadra di fare una partita di sacrificio, difficilmente sarebbe stato un match con tanti gol per le condizioni generali”, ha commentato Allegri a fine gara. “Quando c’è un po’ di fango, bisogna sapersi sporcare le mani“, ha poi sintetizzato nel consueto tweet post-gara.
Con la squadra in crescita nel momento in cui il Toro calava, Allegri non ha sentito nemmeno la necessità di fare cambi: gli iniziali undici sono rimasti in campo fino alla fine. “Stavamo andando bene, ho pensato ‘se ci metto le mani, faccio dei danni’…“, ha scherzato. E alla fine ha avuto ragione.
Forte di una squadra che non lo tradisce mai, anche nelle gare in cui i colpi di classe sembrano non voler uscire dal cilindro. Vedi la serata avara di guizzi di CR7, la sofferenza e il supporto limitato di Dybala.
Non a caso, ‘lotta’ e ‘cuore’ sono i termini che maggiormente emergono nel post-gara social dei giocatori bianconeri: “Abbiamo sofferto, lottato e vinto! Avanti così, è il commento di Chiellini. ‘Tre punti importantissimi arrivati con testa e cuore“, così De Sciglio. ‘Abbiamo lottato e vinto. Insieme’, le parole di Mandzukic. Così invece Pjanic: ‘I campionati li vinci se sei il più forte. I derby li vinci se hai più cuore’.
Una Juve più di lotta che di governo e contro avversarie, big in primis, che faticano a tenere il passo basta e avanza così. (LaPresse)