Striscia di Gaza, accordo tra Jihad e Israele sul cessate il fuoco

Le sirene nel sud del Paese hanno 'ufficializzato' la tregua

Scontri nella Striscia di Gaza
AFP PHOTO / SAID KHATIB

ISRAELE – Un accordo raggiunto grazie alla preziosa mediazione dell’Egitto. È avvenuto nella notte tra la Jihad Islamica e Israele che sono arrivati al ‘cessate il fuoco’ dopo due giorni di violenze nella Striscia di Gaza. Negli scontri, va ricordato, sono morti 34 palestinesi mentre oltre cento persone sono rimaste ferite. Ad annunciarlo sono state da un lato fonti egiziane e, dall’altro, la fazione armata palestinese.

L’inizio della tregua sulla Striscia di Gaza

Il cessate il fuoco è entrato in vigore alle 5 e 30 ora locale, quando cioè erano le 4 e 30 in Italia. Stando alle informazioni raccolte, la Jihad Islamica si sarebbe impegnata a sospendere i lanci di razzi contro Israele garantendo così che le proteste lungo la barriera di confine non si trasformino in violenti scontri. A sancire l’accordo qualche ora dopo sono state le classiche sirene che sono risuonate nel sud di Israele proprio nelle aree a ridosso della Striscia di Gaza. Il coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente Nickolay Mladenov ha mostrato soddisfazione per l’accordo raggiunto sottolineando, però, come il percorso sia ancora lungo: “Egitto e Nazioni Unite – ha detto – hanno lavorato duramente per evitare la più pericolosa escalation all’interno e intorno a Gaza che avrebbe portato a una guerra. Le prossime ore e giorni saranno decisivi. Tutti devono mostrare la massima moderazione e fare la loro parte per prevenire un bagno di sangue. Il Medio Oriente non ha bisogno di altre guerre”.

Il ritiro dei militari

Dopo l’annuncio dell’accordo, l’esercito israeliano ha eliminato tutte le restrizioni sulla sicurezza lasciando però le milizie nell’area al confine con la Striscia di Gaza. A riferirlo il ‘Times of Israel’, che ha parlato di informazioni arrivate dal fronte del comando interno delle forze armate dello Stato ebraico. Dopo consultazioni con i ministri e le autorità locali, l’esercito si è comunque attivato per la rimozione di tutte le restrizioni riguardanti scuole, lavoro e raduni.

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