ROMA – “La miglior mossa per la pace dal 2013” dichiara Andrea Bollini, operatore di Amref Health Africa, impegnato in progetti in Kenya e Sud Sudan. Continua Bollini “Amref – sebbene sia un’ organizzazione aconfessionale – reputa cruciale l’incontro avvenuto in Vaticano, tra i principali leader politici del Sud Sudan”. Mercoledì 10 e giovedì 11 aprile sono stati protagonisti di una serie di incontri in Vaticano, cui hanno preso parte il presidente sud sudanese Salva Kiir e il suo ex vice Riek Machar.
Da quel 2013 ad oggi sono passati una guerra civile, sfollati in campi profughi interni, sfollati nei Paesi vicini, morte, impoverimento e diversi tentativi di riconciliazione.
“C’è da augurarsi – dice Andrea Liaison Officer di Amref Italia – che i leader assorbano la portata delle parole e del gesto di Francesco. Che ha dimostrato la solidarietà a milioni di sud sudanesi come nessun leader possa aver fatto in precedenza”. I cristiani in Sud Sudan sono una nutrita presenza. E sicuramente l’autorità morale della Chiesa e la sua influenza su di essi contano molto in termini di consenso, sia per Riek Machar che per Salva Kiir.
L’indipendenza del Sud Sudan dal Sudan risale al 9 luglio 2011, dopo un referendum che sancì la definitiva secessione del Sud Sudan con Juba capitale. Ben presto sono emerse forti tensioni tra i due principali leader del Paese: il presidente Salva Kiir e il vicepresidente Riek Machar.
Nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 2013 uno scontro a fuoco nelle caserme dell’esercito a Juba fu la scintilla che fece scoppiare la guerra civile. Kiir accusò Machar di aver tentato un golpe, l’ex vicepresidente fuggì dalla capitale. In città si verificarono rastrellamenti, massacri in chiave etnica, detenzioni sommarie. Gli stranieri furono evacuati.
(LaPresse)