MILANO – Decine di persone hanno occupato la Fourth Beach di Clifton a Cape Town, in Sudafrica, dopo che guardie di sicurezza private sono state accusate di aver ordinato ai visitatori neri di andarsene. Le guardie, scrivono i media locali, erano state assoldate dai residenti dell’area. E avrebbero cacciato dei turisti, in una denuncia che ha ricordato i tempi dell’apartheid, quando in spiagge e luoghi pubblici era imposta la segregazione.
Il sindaco replica alle accuse, i manifestanti insorgono
Il sindaco della città, Dan Plato, ha negato che le guardie private abbiano fatto distinzione sulla base del colore della pelle. Ma i dimostranti lo hanno contestato. “Quelle guardie sono istruite a non consentire alle persone nere che sembrano provenire dalle township di scendere sulla spiaggia”, ha affermato un attivista locale, Chumani Maxwele, parlando al sito web News 24.
La protesta lanciata sui social
Maxwele ha anche dato il via a una protesta online, che si è diffusa su Twitter con l’hashtag #ReclaimClifton (riprendiamoci Clifton). Intanto, gli attivisti antirazzisti hanno ammazzato una pecora sulla spiaggia, in quello che hanno definito un rituale che avrebbe avuto la funzione di ripulirla dal razzismo. La pratica ha causato la protesta di un gruppo di manifestanti animalisti.
(Lapresse)