PARIGI (LaPresse/AFP) – Sudan, annunciate nuove manifestazioni anti-governative. Le manifestazioni in Sudan cominciate due settimane fa, inizialmente per protestare contro i prezzi del pane triplicati e trasformatesi in manifestazioni anti-governative, non si fermano. E rappresentano, secondo diversi analisti, la più grande minaccia per il regime del presidente Omar al-Bashir dal suo arrivo al potere nel 1989. Le dimostrazioni sono scoppiate in diverse città del Paese raggiungendo anche la capitale Khartoum. Almeno 19 persone sono state uccise, secondo le autorità.
Amnesty International ha riferito della morte di 37 manifestanti e il segretario dell’Onu, Antonio Guterres, ha chiesto un’indagine. Dopo tre giorni senza grandi manifestazioni, l’opposizione e gli attivisti hanno invitato i sudanesi a riunirsi nuovamente oggi dopo la preghiera. Il prezzo del pane è passato a metà dicembre a una sterlina sudanese, da 1 a 3 euro. “Queste dimostrazioni e la rabbia che le anima sono molto più forti di quelle che abbiamo visto negli ultimi anni”. Questo ha dichiarato Eric Reeves, esperto di Sudan dell’Università di Harvard.
Sudan, la rabbia scatta dalla carenza di pane e dagli aumenti dei prezzi
“La carenza di pane e gli scandalosi aumenti dei prezzi sono forse la più grande fonte di rabbia popolare. E non c’è nulla che possa alleviare il problema”, ha aggiunto. Durante le proteste, gli edifici del Partito del congresso nazionale al potere (NCP) di Bashir sono stati bruciati. E i manifestanti hanno adottato lo slogan usato nella primavera araba del 2011 “il popolo vuole che il regime cada”. Ricercato dal Tribunale penale internazionale (Cpi) per il genocidio in Darfur, Bashir, 75 anni, ha preso il potere con un colpo di stato al culmine di una brutale guerra civile tra nord e sud. Che si è conclusa solo nel 2005. Il Sudan meridionale, ricco di petrolio, si è separato nel 2011 diventando Stato autonomo.
Da allora, ha guidato il Paese grazie al temuto Servizio nazionale di intelligence e sicurezza (NISS). I lunghi anni di potere di Bashir sono stati punteggiati dal conflitto con il Sud e in Darfur. Col risultato di centinaia di migliaia morti e milioni di sfollati. Secondo gli analisti, queste guerre e l’incapacità di dare impulso all’agricoltura hanno portato a una situazione economica disastrosa e nemmeno la revoca dell’embargo commerciale degli Stati Uniti nel 2017 ha avuto i benefici attesi.