Sudan, Italia in campo contro malnutrizione

L'Italia si conferma in Sudan leader della lotta alla malnutrizione. In un incontro organizzato dall'ambasciata d'Italia a Khartoum con l'Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, sono state serrate le fila dei donatori che aderiscono al progetto 'SUN - Scaling Up Nutrition'.

(Photo by SUMY SADURNI / AFP)
Milano, 6 nov. (La Presse) – L’Italia si conferma in Sudan leader della lotta alla malnutrizione. In un incontro organizzato dall’ambasciata d’Italia a Khartoum con l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, sono state serrate le fila dei donatori che aderiscono al progetto ‘SUN – Scaling Up Nutrition’. Questo nato per fare fronte alle cause primarie della malnutrizione attraverso l’attività congiunta di società civile, agenzie delle Nazioni Unite, Paesi donatori. Inoltre settore privato e settore accademico. Lo riferisce la Farnesina, spiegando che in Sudan, secondo stime del WFP, circa il 38% dei bambini di età inferiore ai cinque anni soffre di denutrizione o di cattiva nutrizione. A questi numeri si aggiungono le percentuali in crescita di popolazione vulnerabile anche a causa della crisi economica nel Paese. Dunque, la strategia ribadita dalle autorità italiane si fonda sulla prevenzione sociale e culturale. Alla ricerca delle cause profonde del fenomeno, oltre che sull’attuazione di interventi urgenti.

dunque

Alla riunione ha preso parte, tra gli altri, il ministro della Salute sudanese Ahmed Abu Zeid che ha assicurato l’impegno del suo governo ad affrontare con maggiore efficacia il problema. Inoltre anche il suo personale impegno perché la lotta alla malnutrizione diventi la principale missione del suo dicastero. Da parte sua l’ambasciatore italiano a Khartoum, Fabrizio Lobasso, ha ribadito che “l’impegno delle istituzioni italiane in Sudan è globale, in considerazione della trasversalità del tema della malnutrizione che, inevitabilmente, tende ad invadere tutti i settori della vita sociale. Quindi della cooperazione allo sviluppo, minando il cammino evolutivo e lo sviluppo della comunità sul territorio. Advocacy ad alto impatto, coordinamento su tutti i livelli e attitudine intercultural: saranno queste le direttrici principali dell’azione diplomatica italiana”.

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