KHARTUM – La Corte di Appello ha annullato la condanna a morte inflitta a Noura Hussein, la ‘sposa bambina’ che uccise il marito a coltellate per evitare uno stupro. Una vicenda, quella dell’oggi 19enne, che aveva indignato il mondo intero. E non solo di genere femminile. La macchina social aveva lanciato iniziative per salvare la ragazzina, adesso il secondo grado ha decretato niente pena di morte e una pena di reclusione pari a 5 anni dopo il ricorso presentato dai suoi avvocati.
La fuga dopo il matrimonio, poi il ritorno e le violenze
E’ legale in Sudan sposarsi a 10 anni. E’ anche lecito stuprare la propria moglie, ed è qui che sorge un problema grosso come una casa nel 2018. Noura è stata costretta a sposarsi a 13 anni, ma era riuscita a fuggire trovando riparo a casa di una zia. Dopo due anni, però, i genitori la costrinsero a tornare dal marito. La ‘sposa bambina’ fu allora stuprata sia dal consorte che dal fratello e dai cugini, che la bloccarono a terra dopo averla picchiata. Il giorno dopo stava per ripetersi la stessa scena, ma stavolta Noura impugnò un coltello e colpì ripetutamente il marito, uccidendolo. Nel maggio del 2017 l’arresto, poi la condanna a morte. Ora l’Appello ha annullato la pena: dovrà scontare 5 anni di carcere e pare circa 12mila euro di multa.
Una decisione che fa giurisprudenza
L’annullamento della condanna a morte per Noura dovrebbe fare giurisprudenza in Sudan e portare ad un cambio radicale delle leggi. L’Onu e le altre organizzazioni internazionali hanno più volte sollecitato le autorità africane per arrivare all’abolizione della normativa che consente una sposa bambina e lo stupro per evitare violenze domestiche e tutelare le donne minorenni. La speranza è che stavolta il messaggio sia stato recepito.