ROMA – Giancarlo Giorgetti dice una cosa, Matteo Salvini un’altra. E nella Lega, complice stavolta il nodo Superbonus, torna la distinzione interna tra il segretario del partito e il titolare del Mise, col primo da sempre sensibile ai temi che riguardano i cittadini e il secondo invece più in linea con la posizione di Mario Draghi. Tornato ‘libero’ dal Covid, Salvini è piombato immediatamente sull’argomento ‘correggendo’ il suo vice.
“Giorgetti dice che non basta il Superbonus. Ovvio, però è fondamentale andare avanti sulla via del Superbonus per aiutare gli italiani – rimarca a Rtl 102.5 – e soprattutto per aiutare un settore come l’edilizia”. Rispondendo poi indirettamente al M5s che lo stuzzica via social (“Salvini si rimangia il voto della Lega sulla nostra maxi-agevolazione? Anche lui la pensa come Giorgetti?”), il Capitano sottolinea che il Superbonus “è uno strumento assolutamente efficace” e per questo il Carroccio sta lavorando “per rinnovarlo, aumentando la possibilità della cessione del credito”.
Il titolare del Mise, tuttavia, domenica aveva sostenuto senza riserve la critica di Mario Draghi alla misura, per come è stata ‘confezionata’. “Stiamo mettendo un sacco di soldi sull’edilizia – ha spiegato Giorgetti – ma ora droghiamo un settore” e “stiamo facendo salire i prezzi e contribuiamo all’inflazione”. Come se non bastasse, ha aggiunto il ministro, “diamo soldi ai miliardari per ristrutturare le loro quinte case delle vacanze. Ride tutto il mondo”.
Non in Parlamento però, dove il Superbonus conta su una nutrita schiera di convinti sostenitori tutt’altro che soddisfatti dai correttivi anti-frode inseriti dal governo che di fatto hanno stoppato l’iter. Parlamentari che Salvini, secondo alcuni, starebbe osservando con attenzione per quella che all’orizzonte potrebbe delinearsi come una sorta di campagna di ‘scouting’.
D’altronde, per il responsabile del dipartimento Economia della Lega, il senatore Alberto Bagnai, “che la misura sia fondamentale per l’edilizia è nei numeri, poi naturalmente un partito è pluralista e quindi ha diverse interpretazioni, ma i numeri quelli sono. Questa misura è stata oggettivamente un grande volano”. “La linea della Lega la dà il segretario federale, e poi ci si confronta e si va avanti su quella”, spiega ancora a LaPresse, ricordando che ora “quello che importa è che ci sia un quadro normativo stabile riguardante regole e scadenze.
Un governo serio deve dare questo, e sicuramente lo darà. Se in settimana si riesce ad intervenire sul decreto Milleproroghe evitiamo di far fallire delle imprese già a fine febbraio”. In serata intanto il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha firmato il Decreto che fissa i tetti massimi per gli interventi del Superbonus 110%. I massimali individuati aggiornano quelli già vigenti per l’Ecobonus, aumentandoli almeno del 20% in considerazione del maggior costo delle materie prime e dell’inflazione.
“Con questo Decreto – spiega Cingolani – si completa l’operazione che sta portando avanti il Governo ponendo un freno all’eccessiva lievitazione dei costi riscontrata in tempi recenti e riportando il Superbonus a un esercizio ragionevole che tuteli lo Stato e i cittadini venendo incontro anche alle esigenze del settore e dell’efficientamento energetico”. Per tutti i costi non previsti nel Decreto si farà riferimento ai prezziari predisposti dalle Regioni e dalle Province autonome o ai listini delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura competenti o ai prezziari della casa editrice DEI. Per queste voci, al fine di evitare speculazioni, sarà comunque indispensabile l’asseverazione della congruità della spesa da parte di un tecnico abilitato.