Affare droga: l’origine dello scontro e i gruppi coinvolti svelati dall’indagine dei carabinieri

L’inizio delle ostilità con la zuffa avvenuta nei pressi del McDonald’s di San Prisco

Risse, raid incendiari, stese: gli ultimi due anni non sono stati semplici per Santa Maria Capua Vetere. A mettere in agitazione la sicurezza di varie aree della città de Foro è stato lo scontro tra alcuni gruppi che si sono contesi lo spaccio di droga. L’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo della locale Compagnia, oltre a tracciare i profili di quindici presenti pusher, ritenuti attivi da gennaio all’estate del 2023, è riuscita anche a raccogliere elementi sulla genesi della lotta tra bande e a individuare i presunti riferimenti delle principali gang protagoniste della guerriglia. Coordinati dai pm Oriana Zona e Albenzio Ricciardiello, i militari dell’Arma hanno collegato gli inizi degli scontri in città con i dissidi sorti nell’ambito del business dello spaccio tra Vincenzo Santone e Vittorio Merola. A far emergere le frizioni tra i due una rissa, hanno ricostruito gli investigatori, verificatasi il 19 marzo 2022, nei pressi del McDonald’s lungo la via Nazionale Appia a San Prisco.

A seguito del litigio, Santone avrebbe perso collaboratori: alcuni dei suoi si sarebbero legati a Salvatore Merola ‘Cap e Bomb’, cugino di Vittorio. E tra questi, stando a quanto sostenuto dalla Procura, spicca Cristian D’Ambrosio. È in questo frangente che avrebbe preso forza la rete di pusher che viene identificata con via Roberto D’Angiò, suo quartier generale, iniziando a comprare droga da un egiziano avendo così un canale autonomo.

Il 7 ottobre 2022 va in scena un’altra puntata dello scontro: ad ospitarlo è l’area a ridosso dell’Anfiteatro. Scoppia una rissa, vengono esplosi colpi d’arma da fuoco. Uno dei proiettili ferisce Salvatore Merola. Passa una settimana e si verifica un incendio: i carabinieri riscontrano al bar ‘Le Bistro 2.0’ in via Irlanda e scoprono che il chiosco adiacente al locale viene avvolto dalle fiamme. La struttura, chiarisce la Procura, è di Vincenzo Santone. Nel novembre viene seguita una perquisizione presso l’abitazione di Salvatore Merola, nel parco Noviello, e qui gli trovano oltre 60 grammi di cocaina e un pizzino contenente indicazioni di alcuni quantitativi in denaro. Il trasferimento in cella di Merola non allenta la tensione e si registra anche un altro raid incendiario: a prendere fuoco stavolta è un autolavaggio di proprietà di una famiglia che pure avrebbe avuto un ruolo nel traffico di droga a S. Maria Capua Vetere. Poco dopo tocca al pestaggio che avrebbero messo in piedi alcuni soggetti legati sempre a Merola ai danni di una persona collegata alla banda che spaccia nel rione Iacp (che avrebbe come riferimento Santone). In reazione alla spedizione punitiva, c’è una stesa nei pressi dell’abitazione di Salvatore Merola. L’ultimo episodio che la Procura inserisce negli atti di indagine per tracciare la fibrillazione criminale è l’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco da parte di Santone: era il 28 marzo 2023. Avrebbe premuto il grilletto nell’abitazione di una congiunta di Cristian D’Ambrosio, che avrebbe frequentato i Merola. Dopo gli spari Santone si barricò in casa e venne arrestato dalla polizia (ma poco dopo scarcerato).

Tutti questi aspetti sono citati nell’indagine che ha spinto la Procura, diretta da Pierpaolo Bruni, a chiedere l’arresto di 15 persone, ma non rappresentano il tema dell’attività investigativa. Il lavoro degli inquirenti sammaritani si è limitato a tracciare i contorni della rete di pusher che ha base in via D’Angiò, che comprava, secondo l’accusa, droga a Melito, Caivano e a Casal di Principe, per poi rivenderla al dettaglio nella città del Foro. Oggi inizieranno per i quindici (da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile) gli interrogatori dal gip, a conclusione dei quali il Tribunale deciderà se emettere o meno l’ordinanza cautelare.

A rischiare l’arresto sono: Cristian D’Ambrosio, detto ‘o Lion, 23enne; Alessandro Viviani, conosciuto come Nanà, 25enne; Salvatore Merola, Cap e Bomb, 29enne; Antonio Pio Salemme, ‘o Biond, 21enne; Vittorio Merola, Bengala; Rita Claudia Rosato, 31enne; Gennaro Barbato, 25enne; Massimiliano Barbato, 24enne; Antonio Roberto Belloni, 26enne; Antonio Cardillo, 39enne; Hossam Eldosuoky Mohamed, 25enne; Luigi Martucci, ‘o Mucill, 20enne; Antonio Merola, 25enne, tutti residenti a Santa Maria Capua Vetere; Riccardo Di Mauro, 54enne, originario di Succivo, e Alessandro Pellegrino, 31enne di Capua. Agli inquisiti vengono contestati soltanto singoli episodi di detenzione e spaccio di droga e nessun tipo di reato associativo. A comporre il collegio difensivo gli avvocati Nicola Garofalo, Giuseppe Guadagno, Antonio Grillo, Goffredo Grasso, Vincenzo D’Angelo, Cesare Gesmundo, Luca Viggiano, Carlo De Stavola e Angelo Raucci.

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