COPENAGHEN – Il ministro della Giustizia svedese, Mogan Johansson, si è salvato per un pelo dal voto di sfiducia in Parlamento, chiesto per l’aumento della criminalità, in un voto che aveva minacciato di rovesciare il governo di minoranza della premier Magdalena Andersson. Il tutto mentre Stoccolma ha chiesto di aderire alla Nato, incontrando la forte opposizione della Turchia. A salvare il ministro è stato il voto di una parlamentare curda di origini iraniane, Amineh Kakabaveh, oppositrice del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, e vicina ai militanti curdi. A votare contro il ministro della Giustizia sono stati in 174, uno in meno dei 175 necessari per la sfiducia. La premier aveva detto che se il voto di sfiducia fosse stato approvato il suo governo si sarebbe dimesso. La Svezia andrà alle urne per le elezioni generali l’11 settembre. Negli ultimi anni, la Svezia ha visto un aumento della criminalità organizzata con numerose sparatorie legate a gang a Stoccolma, Goteborg e Malmo. La scorsa settimana, i democratici svedesi di destra hanno chiesto il voto di sfiducia, sostenendo che Johansson aveva permesso che “la Svezia diventasse un paese di gangster”. Ma Kakabaveh, 51 anni, ha affermato che il ministro della Giustizia meritava di rimanere in carica. “So che Morgan Johansson è un politico che ha a cuore lo stato di diritto. Non mi fido dell’opposizione”, ha detto prima del voto, sottolineando che il ministro è riuscito, tra l’altro, a combattere la violenza contro le donne, compresi i cosiddetti delitti d’onore.
LaPresse
Svezia: il voto di una parlamentare curda salva il governo Andersson
Il ministro della Giustizia svedese, Mogan Johansson, si è salvato per un pelo dal voto di sfiducia in Parlamento, chiesto per l'aumento della criminalità, in un voto che aveva minacciato di rovesciare il governo di minoranza della premier Magdalena Andersson