ROMA – Il primo passo del ddl di riforma costituzionale sui tagli al Parlamento è stato compiuto. Il Senato ha infatti dato il suo via libera al disegno di legge che propone la riduzione del numero dei parlamentari da 945 a 600.
Tagli in Parlamento, il Pd vota contro. Di Maio ironico: “Volevo godermi la scena”
Una proposta che non ha trovato tutti d’accordo, come inizialmente ci si aspettava. Sono stati infatti 54 i voti contrari al disegno di legge. Tra questi, i senatori di Leu e, naturalmente, del Pd.
Ironico il commento del vicepremier grillino Luigi Di Maio al no dei sostenitori del partito democratico. “Oggi sono andato al Senato e mi sono voluto godere la scena. Ho visto i senatori tagliare se stessi e ho visto quelli di Fi e Fdi dire ‘non siamo d’accordo però la votiamo’ dimostrando un minimo di sensibilità con il popolo italiano. Ma come al solito, allo stupore non c’è mai fine. Ho visto il Pd votare contro”, ha scritto il ministro del Lavoro su Facebook. “Renzi dimostra che non voleva tagliare i costi, ma farsi uno Stato su misura in cui fare l’imperatore”.
Fa addirittura invece appello alla “resistenza civile” la senatrice Simona Malpezzi, che su Twitter protesta contro una riforma che, secondo lei, rappresenta una minaccia alla democrazia e alla “libertà dei cittadini“.
Il gruppo Pd al Senato sembra intenzionato ad andare fino in fondo, tanto che sta valutando di fare ricorso alla Corte costituzionale dopo che sono stati dichiarati inammissibili gli emendamenti al ddl.
Esultano i grillini, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia
L’approvazione del Senato alla riforma del Parlamento è stato naturalmente ben accolto dai grillini, promotori del ddl, da Forza Italia e da Fratelli d’Italia. Soddisfatta anche la Lega, che, con Calderoli, commenta che la riduzione del numero di parlamentari porta benefici alla discussione politica dal momento che “Il cavallo più magro corre di più” .
Quattro invece coloro che si sono astenuti. Si tratta di Sandro Biasotti, Stefania Craxi e Sandra Lonardo, nonché Isabella Rauti di Fdi. Non hanno invece preso parte al voto Andrea Cangini (Fi) e Andrea De Bertoldi (Fdi), poiché, come hanno spiegato in aula, si sono detti contrari al testo.