Si poteva e doveva fare di più. È questo, in riferimento al taglio delle tasse annunciato dal premer Giuseppe Conte, il leit-motiv che arriva dal presidente di Assolombardia Carlo Bonomi e, soprattutto, da Matteo Renzi. Da quest’ultimo sembra arrivare un copione annunciato, una critica costante all’attuale esecutivo per puntare (forse) ad un maggiore consenso popolare nei suoi confronti.
Le critiche di Renzi a Conte
Non bastano, dunque, gli oltre due miliardi previsti in manovra per il taglio delle tasse sul lavoro a calmare gli animi. Giuseppe Conte, intanto, la difende sostenendo di aver fermato l’Iva ed evitato così una stangata da 542 euro a famiglia: “Non servono pochi miliardi di abbattimento del cuneo fiscale – ha affermato Bonomi – ma almeno 13 o 14. Per un abbattimento strutturale del cuneo fiscale a favore dei lavoratori bisogna assorbire anche i 9,4 miliardi usati ogni anno per il bonus degli 80 euro”. Ma Renzi difende quanto fatto dal proprio governo e non si tira indietro quando si tratta di attaccare senza mezzi termini questo esecutivo. Dal Partito democratico rispondono a Renzi il cui atteggiamento potrebbe rinsaldare l’asse con Di Mario rompendo il già sottile equilibrio di governo. Zingaretti è intanto sul chi va là ed avverte gli alleati sottolineando come ogni polemica soprattutto in tema ‘tasse’ possa essere un punto a favore di Salvini. È il gioco delle parti, un batti e ribatti continuo che oggi, rispetto al passato, vede in campo un numero diverso di protagonisti.
La strategia dell’ex Pd
Dall’esterno Matteo Renzi sembra continuare a tessere una tela ben precisa, quella che comporta continui attacchi al governo per screditarlo nei confronti degli elettori, così da guadagnare voti per la sua Italia Viva in vista delle prossime elezioni politiche. La sua uscita dal Pd, di fatto, è servita proprio a questo. Solo il tempo dirà se le sue intenzioni avranno sortito l’effetto (per lui) sperato.