Milano (LaPresse) – “La menzogna di Luigi Di Maio su Tap è particolarmente grave e in un paese normale dovrebbe dimettersi”. Così l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda su Twitter.
E’ un’opera privata! Non ci sono soldi pubblici. C’è un’autorizzazione. Quando tu chiedi di costruire poniamo una casa fai un contratto con lo Stato che prevede delle penali? No. Chiedi l’autorizzazione per costruire. E’ la stessa cosa”.
Per l’ex ministro dello Sviluppo economico, Di Maio inventa carta e penali, dice menzogne da ministro
“L’ipotetico ammontare del risarcimento era conosciuto da anni. Di Maio non poteva non saperlo. Se prometti di chiudere un’opera e non verifichi almeno in principio i costi sei un buffone. Ps se dici ho scoperto nelle carte le penali dopo le elezioni menti e ti dimetti”, scrive Calenda.
“Di Maio giustifica il suo cambiamento di idea, la sua promessa non mantenuta, inventandosi una carta e delle penali. Non è la prima volta: l’ha fatto con Ilva sul parere dell’avvocatura, l’ha fatto con la ‘manina’ che avrebbe cambiato la legge di bilancio. Lo fa continuamente, però questa volta c’è una questione differente: è palese che non c’è una carta e che non ci sono penali. In un paese normale un ministro che mente così palesemente si dimette”. Così l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda in un video pubblicato su Twitter parlando del gasdotto Tap. “E’ semplicemente un errore semantico di parola? No per niente. E’ un errore sostanziale”, aggiunge. “A dire menzogne”, conclude Calenda, “E’ un ministro di governo”.