MILANO – Non si placa la polemica sul rapporto Sentieri, studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento. Il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli e l’associazione Peacelink avevano diffuso nei giorni scorsi alcuni dati inquietanti sull’area di Taranto, che ospita l’ex Ilva. Denunciando la mancata pubblicazione del rapporto, ora pubblicato sul sito di ‘Epidemiologia & prevenzione’, rivista dell’Associazione italiana di epidemiologia. Nell’area del Sin (sito di interesse nazionale) del capoluogo pugliese, si legge nello studio, “la mortalità generale e quella relativa ai grandi gruppi è, in entrambi i generi, in eccesso”. A eccezione solo della mortalità per malattie dell’apparato urinario.
Aumentano i casi di mortalità e malformazione tra gli abitanti di Taranto
Tra i residente risulta in eccesso la mortalità per il tumore del polmone, per mesotelioma della pleura e per le malattie dell’apparato respiratorio. In particolare per le malattie respiratorie acute tra gli uomini e quelle croniche tra le donne. Sono 173 casi di tumori maligni tra i più giovani (0-29 anni), 39 dei quali in età pediatrica e 5 nel primo anno. I nati da madri residenti nell’area nel periodo 2002-2015 sono stati 25.853. Nello stesso periodo sono stati osservati 600 casi con malformazione congenita (MC), “con una prevalenza superiore all’atteso calcolato su base regionale”. E non sono stati presi in considerazione i casi con MC. Per cui si è proceduto a interruzione volontaria della gravidanza. Gli aborti involontari, come emerso anche da precedenti studi, sono risultati associati all’esposizione all’anidride solforosa delle donne residenti.
Colpiti anche i bambini
Tra i bambini fino ai 14 si sono osservati eccessi importanti per le patologie respiratorie e l’esposizione a PM10 e anidride solforosa di origine industriale è risultata associata a un aumento della mortalità per cause naturali, tumori, malattie cardiovascolari e renali dei residenti.
I dati sulla salute sono allarmanti
“Sono arrivati i dati preoccupanti, sulla mortalità e sulle malformazioni, a renderli pubblici non sono stati il ministro della Salute Grillo e nemmeno il ministro dell’Ambiente Costa. Ma la rivista di epidemiologia e prevenzione”, attacca Bonelli, “di fronte a questi dati drammatici che sono noti a chi ha governato e chi governa oggi, si è rifiutato di avviare quel processo di conversione industriale chiudendo le fonti inquinanti così come sono riusciti a fare a Bilbao, nella Ruhr o a Pittsburgh. In queste città sono riusciti a creare nuovi posti di lavoro attraverso la conversione ecologica e qui a Taranto c’è un accanimento contro la popolazione che impedisce di dire stop all’economia alla diossina”.
Razzismo ambientale
“Quello che i tarantini e le tarantine subiscono – denuncia il leader dei Verdi – è razzismo ambientale. Perché in nome di un falso sviluppo sono costretti a subire nell’indifferenza delle istituzioni danni alla salute per sé e i propri figli”.
(LaPresse)