MILANO – La Tav non dà pace al governo gialloverde. Un nodo che fa riaffilare le armi ai due maggiori azionisti. Nel sabato della manifestazione ad alta tensione in Val di Susa, si riaccende lo scontro fra il Movimento 5 Stelle e la Lega.
Con i primi che parlano di “regalo a Macron” e il Carroccio che rispedisce al mittente la critica, rivangando fra le ruggini del recente passato fino all’accordo M5S-Pd per l’elezione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Intanto, la lettera del Mit sul prosieguo dei lavori della Torino-Lione è partita nella tarda serata di venerdì con destinazione Bruxelles, ma in calce c’è la firma dei funzionari del dicastero e non quella del ministro Danilo Toninelli.
Una decisione simbolica
Nella missiva, in ogni caso, si fa riferimento alle parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un intervento video da Palazzo Chigi di martedì scorso, in cui ha ricordato che “non realizzare l’opera costerebbe più che completarla” e che “solo il Parlamento potrebbe adottare una decisione unilaterale”. Un MoVimento che torna alle origini, quando attraverso Nicola Morra – post su Facebook poi condiviso da Alessandro Di Battista – si scaglia contro il “Partito (Unito e senza frontiere, trasversale e transnazionale) delle Grandi Opere”. E in questo senso va letto l’ultimo post sul Blog delle Stelle, in cui si rivela che sabato “al Senato è stata depositata la mozione del M5S che impegna il Parlamento a bloccare la realizzazione del Tav Torino-Lione”.
Poi parte una sorta di provocazione dei pentastellati all’indirizzo degli alleati di governo: “Bene, chi vuole mettere la faccia e la firma su un’infrastruttura del tutto inutile, fuori dalla storia e negativa sul piano finanziario e ambientale, deve farlo dentro il Parlamento, l’organo sovrano eletto dai cittadini”.
Guanto di sfida lanciato a Matteo Salvini
“Chi vuole fare un regalo a Macron – si trova ancora scritto – allora dica sì alla Tav”. E a rincarare la dose ci pensa Luigi Di Maio, che su Facebook scrive a caratteri cubitali: “Noi non ci arrendiamo! Noi pensiamo al Paese, non facciamo regali a Macron”. Una telenovela a puntate, insomma. Che si completa o quasi con la replica leghista affidata a una nota.
“L’unico regalo a Macron lo hanno fatto 5Stelle e PD votando la presidente della Commissione europea decisa a Parigi e Berlino. Chi dice No al Tav – si legge – invece dice no al futuro, al progresso e al lavoro, è fuori dal mondo”. Quindi, le parole di Matteo Salvini senza se e senza ma: “La Tav si farà, indietro non si torna. Non ci sarà nessuna tolleranza per teppisti e delinquenti”.
E non finisce qui perché fonti Cinquestelle sottolineano che “c’è un asse Pd-Lega-Berlusconi a favore della Tav, lo stesso asse che è a favore dei finanziamenti a pioggia a giornali di partito. Lo stesso che cambiò la legge elettorale per non farci governare con il 51%”.
“Non ci sorprende. Ora – sottolineano le stesse fonti – sta venendo di nuovo allo scoperto. Noi restiamo per il no all’opera, sempre coerenti”. Un messaggio che non è altro che il fil rouge dei post sui social dei vari Dibba, Morra e la stessa Barbara Lezzi, fra gli altri. Perché, si sa, il M5S è nato No Tav e sarebbe complicatissimo da far digerire alla base, già ballerina per altri motivi, un sì all’opera.