ROMA – Altro che vittoria del Movimento 5 Stelle che “ha fermato la Tav”. La settimana comincia con la partenza degli avvisi Tav, con l’avvio delle manifestazioni di interesse in vista dei bandi per i primi tre lotti da 2,3 miliardi complessivi, in territorio francese, per scavare 45 chilometri del tunnel di base della Tav. Il premier Giuseppe Conte per evitare di far cadere il governo, vista l’opposizione di Salvini allo stop all’opera, ha mischiato un po’ le carte. Senza cambiare la sostanza.
L’ennesimo bluff di Luigi Di Maio
Si va avanti come era previsto. Il governo si è riservato di fermare tutto più avanti. Il che non accadrà visto che si potrebbe fare solo con un voto del Parlamento, dove la Lega non si schiererà contro la Tav. Quindi il bluff è servito. E questa narrazione del progetto che cambierà, che l’opera non si farà più, servirà solo a Luigi Di Maio a fare campagna elettorale fino alle Europee. Sulla base del risultato delle urne, poi, si deciderà il da farsi, magari forzando Salvini a quel punto a caricarsi la responsabilità della caduta dell’esecutivo e del voto anticipato.
La Tav va avanti. Parlare di stop è una menzogna
Calcolo elettorale, niente di più. Una strategia fatta di castelli di carte che va bene su Rousseau, ma meno con il resto di un Paese che comincia a comprendere quanto i pentastellati siano abbarbicati alla poltrona e siano disposti a tradire gli ideali per anni sbandierati ai quattro venti pur di non andare a casa. La Tav va avanti. A passo lento, forse. Ma va avanti. Dire il contrario vuol dire mentire. Cosa che avviene sempre più spesso nell’ambiente grillino.