Uniti nella buona e nella cattiva sorte. E spesso è proprio nella cattiva che le relazioni si rafforzano. I problemi, se superati, cementificano. Ed è quello che sta succedendo, almeno in chiave amministrativa, a Movimento 5 Stelle e Lega. Il consenso e i voti sono altra cosa. Si muovono su binari differenti. Ma per ora, per i penta-leghisti, è importante governare. E la ‘sciagura’ Diciotti ha rappresentato l’occasione per risolvere un nodo importante: la Tav.
Diversi gli avversari politici che dietro alla sequenza ‘no al processo a Salvini’, ratificato dalla piattaforma Rousseau, e al ‘sì alla mozione sulla Tav’ hanno visto una sorta di patto.
I grillini hanno ‘salvato’ il leader del Carroccio e la Lega ha riposto sotto il tappetto la questione Torino-Lione. Perché il piano per l’alta velocità Italia-Francia con il voto di ieri “va ridiscusso integralmente nell’applicazione dell’accordo” tra le due nazioni.
“E’ un caso che salvato Salvini dal processo per la nave Diciotti – ha commentato Gregorio De Falco, ex grillino – si sia raggiunto subito l’accordo Lega-M5S su Tav, nomine Inps ed emendamenti sul reddito di cittadinanza?”. “Questo – ha scritto il parlamentare – non è il cambiamento, ma uno scambio tra gli interessi degli italiani e gli interessi elettorali. Ecco quali sono, davvero, gli interessi ’preminenti”.
Mentre leghisti e pentastellati ricompongono i cocci della rottura, ci sono da gestire gli effetti di una manovra finanziaria che preoccupa Bankitalia. A dare rassicurazioni è direttamente il premier Giuseppe Conte: “Non riteniamo necessaria alcuna manovra correttiva”.
La finanziaria contiene “un meccanismo di accostamento di risorse sino a 2 miliardi di euro a garanzia del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica”. “La Legge di Bilancio – ha continuato il presidente del Consiglio – possiede misure di monitoraggio dei conti pubblici”. E il sistema bancario, ha concluso Conte “è solido: il livello dei tassi applicati su nuove operazioni non finanziarie resta stabile”