Milano (LaPresse) – “Li ho visti con i miei occhi lungo la strada per Torino: i pullman organizzati sono arrivati da tutta Italia. Ce n’erano anche da Genova”. Così in un’intervista al Corriere della Sera Mino Giachino, 73 anni, un passato nella Dc al fianco di Carlo Donat-Cattin, ex sottosegretario ai Trasporti dell’ultimo governo Berlusconi, sulla piazza per il No alla Tav di ieri a Torino. “Ho guardato da dove provenivano. Sono gli stessi che manifestavano contro la Gronda dicendo che il Ponte Morandi sarebbe durato cento anni”, spiega. E aggiunge: “In un mese hanno avuto il tempo di organizzarsi: comunisti, anarchici, sindaci Pd No Tav, sono arrivati da tutta Italia. Hanno voluto dimostrare di essere qualche migliaio in più dei Sì Tav, ma noi la piazza del 10 novembre l’abbiamo riempita in appena 8 giorni. Ed è questa la vera novità”.
Quanto alla piazza del ‘Sì’ alla grande opera di circa un mese fa, “ha dato voce per la prima volta a quella maggioranza silenziosa del Paese che vuole l’Alta velocità, come ha confermato il sondaggio di Pagnoncelli pubblicato dal Corriere. Del resto cosa hanno detto di nuovo i No Tav? Nulla”. Afferma Giachino: “L’alleato di governo, la Lega, non è d’accordo a bloccare la Torino-Lione”. Salvini? “Lui è la carta decisiva. In un mese l’ho incontrato tre volte. Si è interessato a me quando ha visto che le petizione che ho lanciato su Change.org grazie all’aiuto di mio figlio Lodovico cominciava a raccogliere migliaia di adesioni, adesso siamo oltre le 106mila. L’ultimo incontro è stato mercoledì”.