MILANO (Valentina Innocente – LaPresse) – Tav, il Comune di Torino boccia il referendum propositivo. Fdi: “Il M5S ha paura”. Ogni decisione di merito relativamente alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione esula dalla competenza amministrativa comunale, è materia di esclusiva attribuzione statale. In poche parole, non si può indire il referendum propositivo a sostegno della Tav perché è un ambito ‘immateriale’.
Lo ha sancito la commissione referendaria di Torino, composta da tecnici e politici. Bocciando così la proposta dei Fratelli d’Italia in cui si voleva chiedere ai torinesi se fossero d’accordo o meno a “rivolgere un appello, a nome della Città di Torino, al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e al governo affinché vengano proseguiti senza alcuna interruzione i lavori per la Torino-Lione”.
Per Palazzo Civico si sarebbe trattato di un referendum in cui si chiedeva sostanzialmente di fare da passacarte con il governo su un tema che non riguarda la città. Eppure, sullo stesso tema, ma con una richiesta opposta, lo stesso Consiglio comunale mesi fa si era espresso con un ordine del giorno in cui si chiedeva all’esecutivo di fermare i lavori dell’opera.
Tav, una bocciatura “chiaramente politica”
Una bocciatura, quella del referendum, “chiaramente politica”, sostiene il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone. Ricordando di aver raccolto oltre tremila firme al riguardo con il comitato promotore ‘Si Tav #Nonperdereiltreno’. “La verità – continua – è che i grillini sono terrorizzati dall’idea che la cittadinanza sia chiamata direttamente ad esprimersi sull’Alta Velocità, sapendo che certamente l’esito sconfesserebbe le loro posizioni ideologicamente contrarie all’opera”.
La deputata Augusta Montaruli rincara la dose: “è il giorno della vergogna per il Movimento 5 Stelle”. Mentre la stessa leader FdI, Giorgia Meloni, si dice “incredula”. Che proprio i grillini, che propongono nuovi referendum in Costituzione, “impediscano poi ai cittadini di esprimersi su questa infrastruttura fondamentale per il futuro della città”. L’accusa è che l’amministrazione Appendino tema il consenso dei torinesi, che già in due occasioni hanno dimostrato, numericamente, di essere a favore della Tav. Dalla sindaca arriva un netto ‘no comment’ sul caso.
Ecco la richiesta di Fratelli d’Italia
Nello specifico, quello richiesto da Fratelli d’Italia è un referendum “propositivo”. Diverso da quello analogo proposto dai radicali di Silvio Viale, che è invece “consultivo” e deve essere votato dal consiglio comunale prima di essere approvato. Martedì lo stesso Viale ha presentato in Comune la proposta siglata da 920 cittadini.
“Sfidiamo la sindaca Appendino e i 5 Stelle sul loro stesso terreno, quello del referendum”, ha sostenuto. Se approvata, secondo il radicale, la consultazione potrebbe essere indetta prima delle elezioni regionali e svolgersi in contemporanea il 26 maggio.