Il Senato ha deciso. E ha deciso di bocciare il Movimento 5 Stelle e la sua mozione No Tav. Sono 181 i ‘no’ contro 110 ‘sì’. L’Aula quindi ha respinto la mozione e aperto la crisi nel M5S.
Il ministro Toninelli alle strette: non mi dimetto
Una decisione, quella del Senato, che non può non avere ripercussioni sul M5S e sul Governo. Lo stesso ministro Danilo Toninelli si trova in una posizione scomoda: alla guida di un ministero che dovrà realizzare la Tav nonostante egli stesso sia contrario. Da più parti hanno evidenziato che a queste condizioni Toninelli dovrebbe dimettersi, ma l’esponente del M5S ha confermato di tenere troppo alla poltrona: “Ho votato ‘no’, ma vado avanti”, evitando di guardare in faccia la realtà e cioè che dovrà adoperarsi per realizzare un’opera in cui lo stesso Toninelli non crede. Una contraddizione insopportabile per qualsiasi persona, ma non per il ministro grillino.
La resa di Grillo: non abbiamo i numeri… ma il M5S non vuole il voto
A soccorrere il M5S ci ha pensato anche Beppe Grillo, che ha così risposto al leader del ‘No Tav’ che lamentava il ‘tradimento’ dei grillini. Grillo ha risposto: “Non avere i numeri non significa tradire”. Peccato però che se una forza di governo non ha i numeri dovrebbe fare una sola cosa: ammetterlo e prendere le opportune decisioni, rimettendo la decisione al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Approvate le mozioni di Pd, Fi e Fdi
Il Senato invece ha votato in favore delle altre mozioni presentate, tutte ‘pro Tav’. Quella del Pd ha ottenuto 180 sì, 109 contrari e un astenuto; la mozione Bonino ha ottenuto 181 sì, 107 no e un astenuto; quella di Fratelli d’Italia è passata con 181 sì, 109 no e un astenuto; e quella di Forza Italia ha ottenuto 182 voti favorevoli, 109 no e 2 astenuti.