TORINO – Tennis, sfuma il sogno Grande Slam per Djokovic. E Medvedev lo insidia nel ranking. A Novak Djokovic restano solo le lacrime, i complimenti di Daniil Medveded e il supporto di cui gode solitamente chi ha perso l’aura di invincibile. Nell’ultimo atto degli Us Open il campione serbo si scopre terribilmente umano: il sogno Grande Slam sfuma proprio sul più bello, in una finale dominata dal giocatore russo, più forte del pronostico e del tifo del pubblico, tutto a favore di Nole. Dopo aver messo in bacheca Australian Open, Roland Garros e Wimbledon, il numero uno al mondo fallisce l’appuntamento con la storia cadendo fragorosamente a New York in tre set (6-4, 6-4, 6-4) in una partita senza storia. Djokovic non riesce così ad emulare Don Budge e Rod Laver, gli unici tennisti capaci di portare a casa nello stesso anno tutti e quattro i tornei dello Slam (l’australiano ci è riuscito due volte).
L’incubo di Novak si materializza in poco più di due ore di gioco. Perché le gambe del serbo non girano come al solito, mentre dall’altra parte della rete Medvedev è semplicemente perfetto, in battuta e in risposta. Dopo la mancata medaglia alle Olimpiadi di Tokyo 2020, a Flushing Meadows arriva la seconda cocente delusione di un finale di stagione in apnea per il dominatore del circuito. “Stavo pensando prima della partita a cosa avrei detto, se avessi vinto e se avessi perso. Oggi mi avete reso felice, mi avete fatto sentire speciale su un campo da tennis. Avete toccato il mio cuore, non mi ero mai sentito così a New York. Vi voglio bene, ci rivediamo presto”, ha dichiarato in lacrime Djokovic prima di complimentarsi con il suo rivale, al primo trionfo in uno Slam. “Ha giocato una splendida partita e uno splendido torneo – ha ammesso – Se c’era qualcuno che meritava uno Slam in questo momento, sei tu”.
E’ presto per dire se l’era dei ‘Fab Four’ sia giunta all’epilogo, ma la finale degli Us Open a suo modo entra negli annali, e non solo per il mancato Grande Slam del serbo. Il giocatore russo – classe 1996 – diventa il primo esponente della Next Gen a vincere uno Slam contro uno tra Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Tsitsipas a Parigi ci era andato vicino, Medvedev invece ha rotto l’incantesimo e l’illusione di Nole e di tutto l’Arthur Ashe Stadium. Con questo trionfo Medvedev, già numero 2 al mondo, si avvicina alla vetta del ranking: Djokovic adesso è distante 1.353 punti. I prossimi appuntamenti, i Masters 1000 di Shanghai, Indian Wells e Parigi-Bercy, fino alle Atp Finals di Torino, diranno se il russo è pronto, fisicamente e mentalmente, per tentare la scalata. Anche perché il serbo potrebbe prendersi una piccola pausa per smaltire lo scotto per la mancata conquista del Grande Slam. “Sappiamo cosa c’era in palio, mi dispiace per Nole – ha ammesso nel corso della cerimonia di premiazione il vincitore degli Us Open – Quello che hai fatto quest’anno e in carriera resta. Non l’ho mai detto a nessuno, ma per me sei il migliore di sempre”. Ora spetta a Djokovic confermarlo. Ancora una volta.
(LaPresse)