ROMA – “Come passo la vigilia? A mangiare e dormire”. Niente di più e di meglio per prepararsi all’appuntamento con la storia. Jannik Sinner ha già eguagliato miti come Roger Federer e Rafa Nadal, finalisti rispettivamente a 20 e 18 anni in un Atp 1000, ma l’intenzione del 19enne altoatesino è di fare adesso ancora di più e di meglio: vincere agli Open di Miami la prima finale dei nove Masters più importanti, impresa non riuscita al primo colpo ai due totem del tennis planetario, e mettere il timbro su una carriera che appare larga e lunga quanto una autostrada. Per arrivare al primo traguardo, il destino gli metterà contro il suo compagno di doppio Hubert Hurkacz, il giovane polacco con cui l’altoatesino ha giocato insieme a Dubai, ripetendo l’esperienza al Melbourne-Great Ocean Road Open dove sono arrivati fino ai quarti. Il 24enne di Wroclaw, numero 37 della classifica ATP, ha eliminato a sorpresa per 6-4 6-3 il russo Andrey Rublev, numero 8 del ranking e 4 del seeding. Anche per Hurkacz, come per Sinner (vincitore a Sofia 2020 e due mesi fa al Melbourne-Great Ocean Road Open) è la terza finale in carriera: ha conquistato il trofeo a Wiston-Salem nel 2019 e il Delray Beach a febbraio. Tra i due non ci sono precedenti, praticano un tennis molto simile, fatto di colpi potenti e aggressivi, ma per l’autorità con cui Sinner si presenta alla finale i favori del pronostico sono tutti per lui. Il suo percorso a Miami è stato devastante: dopo il successo all’esordio (direttamente al secondo turno) sulla wild card francese Hugo Gaston, n.162 del ranking, ha proseguito a sua marcia battendo il russo Karen Khachanov, n.22 ATP e 14esima testa di serie, il finlandese Emil Ruusuvuori, n.83 ATP, il kazako Alexander Bublik, n.44 ATP, ed infine lo spagnolo Bautista, n.12 ATP e settima testa di serie, con un gara in rimonta che ha fatto stropicciare gli occhi ed esaltato anche una icona del tennis come Nicola Pietrangeli. “Sinner entro la fine dell’anno entrerà nei primi dieci del ranking. Contro Bautista-Agut ha tirato dei colpi straordinari al momento giusto. Con un po’ meno coraggio e bravura partite così si perdono. Ha questa incoscienza della sua giovane età che lo aiuta. Conterà poco il fatto di giocare in finale contro il suo compagno di doppio). Sinner dovrebbe giocare in doppio sempre, gli verrebbe così maggiormente l’abitudine di andare sotto rete. Ha tutta la vita davanti a sè e diventerà ancora più forte”, ha spiegato l’ex campione azzurro che sottolinea il rumore e il suono chiaro e netto della pallina colpita dalla racchetta di Sinner. La differenza sta anche qui.
Da lunedì l’altoatesino farà un altro salto in classifica: virtualmente al momento è n.21 del ranking (e n.6 nella race). E chissà se qualcuno gli dirà che era il giorno di Pasqua quando Fabio Fognini trionfò sulla terra rossa di Montecarlo nel 2019, primo azzurro ad aggiudicarsi un Masters 1000. Insieme al suo coach Ricardo Piatti, Sinner sbrana le partite e lavora per migliorare ancora su tante cose, dalle variazioni al servizio ai colpi in back, dalle smorzate alle volée. “In allenamento queste cose si vedono già: arriveranno anche in partita”, ha spiegato Piatti. Non resta allora che godersi lo spettacolo del ‘predestinato’.
di Luca Masotto