ROMA – I mesi passano ma la crisi resiste. Cambiano i temi, ma le tensioni interne al governo giallo-verde sono sempre più definite. L’equilibrio è mutato, il voto del maggio scorso ha spostato la lancetta sulla Lega, e il leader del Carroccio lo sa bene e chiede di prendere il timone. Nelle ultime ore Matteo Salvini ha lanciato un doppio ultimatum ai colleghi dell’esecutivo, uno ai pentastellati e uno al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Le cose si fanno o non si fanno e la Lega va avanti. Ma se dovessero arrivare altri tre no, allora cambia tutto”, ha minacciato il vicepremier leghista.
Il monito di Salvini
Al ‘collega’ del M5S Luigi Di Maio si è rivolto per parlare della bufera dei presunti fondi russi. Il ministro dell’Interno ha spiegato che si recherà in Parlamento “a ribadire quello che ha sempre detto. Possono cercare quello che vogliono, ma non trovano un euro, un dollaro, nulla“. Si è chiesto però “cosa mai debba riferire il premier Conte sulla Russia“. E a quest’ultimo va un altra frecciata: “Ribadisce ogni giorno che è il presidente del Consiglio. Chi l’ha mai messo in dubbio? Io non mi alzo la mattina dicendo ‘Matteo sei il ministro dell’Interno, accidenti!”.
Di Maio cerca di galleggiare
Tra scontri su flat tax, ministri indagati, tav e fondi russi l’unico tema che sembra ancora unire le due anime del governo è la lontananza dal Pd. E in vista di un divorzio, che si fa sempre più concreto, Di Maio cerca di tenersi buono il leader leghista escludendo sia la crisi che future alleanze coi dem: “La crisi non c’è e non ci sarà, quello attuale è l’unico esecutivo possibile”. Poi ha parlato del voto per il presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, chiamando Salvini alla responsabilità: “La Lega ha vinto le europee, ora dimostri qualcosa”. “Il commissario all’Italia spetta per legge e la Lega ha preso il doppio dei voti degli altri. Ma se i voti non contano, lo sceglieremo su Rousseau”, risponde ironicamente il ministro dell’Interno.