CASERTA – Bonifiche mai partite nella Terra dei Fuochi e dai vescovi di Acerra Antonio Di Donna e di Aversa Angelo Spinillo partono critiche contro il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Di Donna, che è anche presidente della Conferenza episcopale campana, ha dichiarato ieri, nel corso della conferenza stampa di presentazione del convegno nazionale on line di Acerra in programma per sabato “Custodire le nostre terre”, che con De Luca “c’è un dialogo non facile perché siamo su posizioni distanti, ma vogliamo il bene di tutti e il dialogo è necessario. Siamo tra virgolette ‘condannati’ al dialogo che cerchiamo fortemente”.
Secondo Di Donna “manca un circuito istituzioni-cittadini, la Chiesa si offre come sostegno ma facciamo fatica. E’ più facile interloquire a livello locale ma la maggior parte della legislazione per quanto riguarda l’ambiente dipende dalla Regione, ecco perché è molto importante questa interlocuzione”. Un dialogo che “abbiamo cercato diverse volte in questi anni con le istituzioni. C’è stato un momento forte nel 2015 ma dopo quel momento gli impegni presi non sono stati mantenuti. Mi rendo conto che non vorrei stare neanche per un minuto nei panni di chi deve gestire” i problemi dell’ambiente, ma manca appunto un circuito “istituzioni-cittadini”.
Il vescovo si riferisce a un convegno del 2015, nel corso del quale De Luca promise le bonifiche dei territori inquinati: un impegno rimasto sulla carta, come del resto è accaduto con le roboanti promesse sulla rimozione delle ecoballe. Più volte il vescovo ha chiesto di evitare che la zona di Acerra diventi un “polo dei rifiuti” con un’alta concentrazione di impianti per il trattamento dell’immondizia o comunque con un forte impatto ambientale, ma la Regione va in direzione opposta. E le possibilità in termini agricoli e turistici della zona acerrana vengono sacrificate.
Secondo quanto hanno notato i vescovi nel presentare l’iniziativa di sabato, la questione ambientale è ancora “troppo sottovalutata” e da parte della politica c’è stata sino ad ora grande “debolezza di risposte”.
Non poteva mancare, sulla questione degli smaltimenti illegali di rifiuti, un riferimento alle mafie. “Dicevano ‘la munnezza è oro – ha ricordato Di Donna – Alcuni camorristi poi si sono pentiti, magari davanti alla morte dei figli. Aspettiamo ancora il pentimento di qualche industriale del Nord e di qualche politico”.
E inoltre “c’è da lavorare perché la Terra dei Fuochi non sia più terra di camorra. Chi ha inquinato le nostre terre sono più soggetti, sono innanzitutto gli industriali del Nord, perché i rifiuti anche tossici delle grandi industrie vengono principalmente dal Nord, con la complicità di politici e camorristi locali. Ma è chiaro che le ecomafie hanno fiutato che si possono fare affari con i rifiuti. Noi, intanto, aspettiamo ancora il pentimento degli industriali del Nord e dei politici”.
E anche Spinillo converge sulle posizioni di Di Donna per le politiche ambientali: “I nostri tentativi di dialogo su questo argomento a volte hanno trovato un po’ di difficoltà. Ci sono state date risposte che sembravano voler difendere la linea del governo regionale, ma concretamente non ci siamo trovati ancora a vederle realizzate”.
Ad esempio, aggiunge il presule di Aversa, “ci sono ancora molte discariche abusive e quelle autorizzate sono in condizioni non sempre accettabili. Certo, qualche tentativo si è fatto, qualche via si è cominciata a prendere: mi rendo conto che si tratta di un problema enorme. Il dialogo lo continuiamo ed è giusto svilupparlo. Ci auguriamo che da questo confronto tutta la società possa ricavare un beneficio: è una situazione da affrontare con i mezzi materiali necessari, ma anche con un cambio di mentalità della nostra gente”.
Da notare, infine, che la visita del Papa alla Terra dei Fuochi è solo rinviata: “Le dieci diocesi del territorio compreso tra Napoli e Caserta, la cosiddetta Terra dei Fuochi – ha aggiunto il vescovo Di Donna – da alcuni anni fanno un cammino condiviso e avrebbero ricevuto la visita del Papa un anno fa, visita poi rinviata causa Covid. Ma il Papa ha dato per certa la sua visita appena la pandemia lo permetterà”.
Il convegno “Custodire le nostre terre” è promosso dalla Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute, dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dagli Uffici nazionali per la pastorale della salute e per i problemi sociali e il lavoro, e dalla Caritas italiana. Al convegno ma non si parlerà solo della Terra dei Fuochi, “dal momento che il tema di gravi danni all’ambiente coinvolge ben 78 diocesi italiane su 227”, ha sottolineato Carlo Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute.